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    Crotonemania: la prima volta non si scorda mai

    Crotonemania: la prima volta non si scorda mai

    • Michele Santoro
    Dopo tanto peregrinare, dopo tante sconfitte, dopo esattamente 990 minuti, per il Crotone è arrivata la prima storica vittoria in Serie A. Nessuna matricola c’aveva mai messo così tanto ma l’importante è che il ghiaccio sia stato rotto. I primi tre punti nel massimo campionato sono figli del buon momento di forma che sta attraversando la squadra calabrese e anche di un pizzico in più di maturità, e fortuna, rispetto ai match contro Sassuolo e Fiorentina in cui la vittoria era svanita solo al fotofinish. Gli squali sembrano quindi aver intrapreso il binario giusto e Nicola l’assetto più congeniale che, ormai è cosa corroborata, non può prescindere dalla difesa a quattro. I passi più importanti riguardano certamente l’aspetto caratteriale: la squadra è finalmente un gruppo che risponde agli input del tecnico e in cui ognuno fatica per chi ha accanto, e nel quale gli screzi (vedasi siparietto da scuola elementare tra Trotta e Falcinelli su chi dovesse battere il rigore) servono a cementare i rapporti (vedasi abbraccio, sempre tra i due, dopo la realizzazione del penalty).

    Il pomeriggio di ieri allo “Scida” verrà ricordato anche per altre “prime volte”. Infatti, non era mai successo che i rossoblù chiudessero una partita senza aver subito reti: i quattro punti delle ultime due giornate sono frutto di un ritrovato feeling tra tutti i membri del comparto ma soprattutto dei due centrali, Ferrari e Ceccherini, che giocando a quattro sembrano aver trovato la loro dimensione ideale. Occhio però, quella calabrese è ancora la peggiore retroguardia del campionato. Poi è stata la prima volta che i pitagorici hanno messo a segno più di un gol: qui il gran merito va alla “coppia di fatto”, dai tempi di Sassuolo, Trotta-Falcinelli, che si completano alla perfezione ma che non disdegnano di tanto in tanto, come in ogni “relazione” che si rispetti, una litigata.

    Infine, i primi tre punti di Nicola a Crotone. I più sofferti, i più attesi, i più provvidenziali della sua carriera da allenatore, forse. Dagli errori commessi ha imparato tanto e i miglioramenti sulla sua creatura cominciano ad intravedersi ma ora bisogna dare continuità e alimentare, gara dopo gara, la cavalcata salvezza. Prima apparizione, a fine match, anche per il suo “cerchio magico”, l’abbraccio collettivo tra i componenti della squadra nato ai tempi di Livorno dopo la tragica morte in campo di Piermario Morosini. Piaccia o meno la firma del tecnico sullo storico trionfo in A dei calabresi c’è; la speranza è che questo successo non sia buono solo per gli annali. 
     

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