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    Crotonemania: la dura legge del gol non si smentisce mai, ora basta sofferenze e spazio ai giovani

    Crotonemania: la dura legge del gol non si smentisce mai, ora basta sofferenze e spazio ai giovani

    • Antonio Franco
    “È la dura legge del gol, fai un gran bel gioco però, se non hai difesa gli altri segnano. E poi vincono”. Nel giugno 1997 gli 883 presentavano al grande pubblico quello che da li a breve sarebbe diventato uno dei più grandi successi del gruppo: “La Dura Legge del Gol”. Nello stesso periodo il Crotone Calcio aveva appena terminato il suo modesto campionato di Serie D piazzandosi a metà classifica: tutto sommato un buon risultato per una neo promossa. Sono passati 24 anni da allora, gli 883 non esistono più, il Crotone è in Serie A e “La Dura del Gol” non è mai tramontata. Oggi più che mai le note di quel brano sembrano descrivere a pieno la stagione del Crotone. Si, “se non hai difesa gli altri segnano. E poi vincono”. 77 gol subiti in 30 partite sono tanti, tantissimi: più di due gol e mezzo a partita, una media spaventosa, la più alta in Europa. Una difesa che rischia seriamente di entrare nella storia del calcio italiano, ovviamente nella parte dedicata ai record negativi: il primato assoluto attualmente appartiene al Casale con ben 91 gol subiti nel 1934; mentre nel torneo a 20 squadre il maggior numero (89) di reti le ha subite il Venezia nel 1950. Se la media continuerà ad essere questa, inevitabilmente si entrerà nella storia.
     
    Fatta questa carrellata di numeri, statistiche e storie, torniamo ad oggi, torniamo allo stadio “Picco” di La Spezia. Una partita strana, sicuramente generosa da parte del Crotone di Cosmi, una squadra che si mostra comunque capace di reagire quando è sotto, ma che al contrario sembra avere paura di vincere quando è in vantaggio. Cosmi ha portato una mentalità diversa, ci sta provando, e certamente lui non ha colpe. E’ dura ammetterlo ma è chiaro che la difesa del Crotone non è da Serie A, per quanto gli altri reparti si impegnino a far bene, la retroguardia fa svanire tutto quello che si concretizza durante la partita. Da centrocampo in su la squadra c’è, gioca bene, segna e lo ha mostrato spesso in queste ultime uscite e in generale nell'arco del campionato: i 37 gol fatti ne sono la prova. Una media gol da metà classifica paragonandola alle altre. Con lo Spezia sono riemersi i soliti problemi, i limiti del reparto: distrazioni, errori tecnici e, come detto, paura di vincere, paura di illudersi. Si, perché è questo che mi viene da pensare: ogni qual volta che torniamo ad illuderci, torniamo a fare i conti per una impossibile impresa salvezza, ecco che nel giro di pochi minuti svanisce tutto. Perché? Il problema è mentale, tecnico o atletico?
     
    E ora che succede? Ora niente. Cerchiamo di prendere le cose positive di questa stagione, come ad esempio i 16 gol di Simy, con i tanti record personali battuti dal nigeriano e le giocate di Messias che quanto meno ci hanno fatto divertire. Rimane il rammarico per un'annata che sarebbe potuto finire diversamente, magari con l'arrivo di Cosmi a mercato aperto forse qualche difensore di spessore saremmo riusciti a prenderlo; forse con un tipo di gioco diverso, magari con una difesa a quattro, la squadra avrebbe potuto coprire i limiti difensivi. I se e i ma, però, non portano da nessuna parte. Godiamoci queste ultime giornate di Serie A, cerchiamo di fare più punti possibili con la speranza di evitare almeno l'ultimo posto e salutiamo il massimo campionato con un arrivederci. Infine, visto che non abbiamo più nulla da perdere, sarebbe interessante far esordire qualche giovane di belle speranze e premiarli per la buona stagione fatta con la Primavera: su tutti il difensore laterale Giovanni D'Aprile, un classe 2005 che da tempo è nel giro della prima squadra, così come anche i portieri Crespi (2001) e D'Alterio (2003). Tra gli altri prospetti interessanti, che potrebbero esordire, anche i difensori Mignogna e Amerise; i centrocampisti Timmoneri Ranieri e l'attaccante Maesano. Almeno, di questa stagione infelice, qualche giovane si porterebbe dietro un ricordo indelebile. 

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