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Crotonemania: l'addio di Barberis è già pesante, ora basta partenze
L'addio di Barberis, però, dev'essere l'unico tra i big della squadra, altrimenti sarebbe difficile ripartire da zero sfasciando una rosa ben affiatata che sicuramente potrà ben figurare anche in Serie A. Certo, una rosa a cui andranno aggiunti tasselli importanti, almeno un nome di categoria per reparto, e qui ci affidiamo sempre al direttore sportivo di Roccella Ionica che, nei suoi 25 anni di Crotone, quasi mai ha deluso sul mercato. Di nomi ne circolano tanti in questi giorni, ma non è il caso di farne finchè non ci sarà qualcosa di concreto, sappiamo bene che la forza di Ursino è quella di saper lavorare nell'ombra e dunque è sempre difficile riuscire ad anticipare le sue mosse.
Se proprio devo fare qualche nome, allora penso a quelli che già abbiamo in rosa: come già detto prima, l'addio di Barberis non deve dare seguito ad altri saluti illustri. Si parla di Simy alla Lazio, Benali verso il Parma, Messias sul taccuino dell'Udinese e persino il capitano Cordaz indicato come possibile partente. Per quest'ultimo sono certo che non sarà cosi: Cordaz oltre che alle grandi qualità tra i pali è anche un uomo spogliatoio su cui poter contare, un leader, un trascinatore a cui il Crotone non può rinunciare e non lo farà. Così come sono certo che rimarranno in rossoblù anche i citati Simy, Benali e Messias al pari di Marrone, che quasi certamente verrà riscattato dal Verona. A mio avviso tra gli intoccabili, soprattutto in termini di gruppo, ci sono anche i vari Mustacchio, Crociata, Cuomo, Zanellato, con quest'ultimo chiamato al grande salto per confermare le sue aspettative passate. Da sempre indicato come grande talento del calcio italiano a ormai 22 anni è giunta l'ora di dimostrare tutto il suo valore. I numeri li ha, la testa pure. Nella seconda parte di campionato ha mostrato una crescita fenomenale, ora deve continuare così e non fermarsi per dimostrare a chi, ai tempi delle giovanili del Milan, lo accostava all'allora talento del calcio mondiale Adrien Rabiot, che non si sbagliava.