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Crotonemania: Juve e Roma, che problema c'è?
LA PARTITA. Ricordate la fluidità di gioco, la vivacità offensiva e l’organizzazione arretrata di settimana scorsa? Bene, a Palermo sono state solo un pallido ricordo, appunto. Campo difficilissimo per tutti quello del “Barbera”, ma tenendo conto dei prossimi due impegni in cartellone, a dir poco proibitivi, doveva e poteva esser fatto qualcosa in più. Partiamo dall’attacco. Abbiamo capito chi soffrirà di più per la partenza di Palladino: Falcinelli. Con un compagno come Trotta, evanescente e sempre meno a suo agio sui palcoscenici di A, anche la terza peggior retroguardia del torneo può sembrare un ostacolo insuperabile. Alcune scelte tattiche, poi, sono apparse veramente ardite: comprensibile non buttare subito nella mischia Kotnik e Acosty, ma perché schierare Stoian alla “Rohden” come terzo di centrocampo, e l’oggetto misterioso Nalini al posto del romeno come punta esterna? Non a caso, l’avvicendamento di quest’ultimo con Capezzi ha dato più equilibrio e solidità alla manovra. Sbagliato anche l’atteggiamento: perché aspettarli? Perché non giocare a viso aperto come fatto con l’Empoli? Troppo arrendevoli al cospetto di una diretta concorrente. La salvezza può passare anche da un’intelligente gestione del calendario e sfruttare match come questi sarebbe un ottimo viatico per il mantenimento della categoria.
Il Crotone non era salvo prima e non è retrocesso ora, chiaro, ma le giornate sono sempre meno. Piccolo particolare per chi crede ancora nei miracoli.