Crotonemania: il mercato non raggiunge la sufficienza
Michele Santoro
Prima il doloroso divorzio con il principale artefice della promozione, Ivan Juric, poi la questione “Scida”, con ritardi nei lavori e permessi per l’ampliamento dell’impianto prima concessi e poi negati, e infine il mercato, incentrato molto di più sulle occasioni che su reali obiettivi: in effetti, l’estate che ha fatto da prologo alla prima stagione di A della storia, il Crotone e Crotone se l’aspettavano molto diversa. Nei quasi novanta giorni di trattative sono arrivati ben tredici nuovi giocatori, nonostante ciò l’organico non può dirsi da massima categoria. Le prime due sconfitte in campionato, maturate in altrettante giornate, hanno evidenziato una carenza di esperienza nella rosa, ed effettivamente, solo 5/11 di quelli scesi in campo contro Bologna e Genoa avevano racimolato alcuni gettoni di presenza in A. Gli acquisti nelle ultime ore di Falcinelli, Trotta e Crisetig, preceduti qualche giorno prima da Rosi e a cui potrebbe unirsi lo svincolato Mesbah, dovranno trasmettere alla squadra calma e sangue freddo nei momenti topici del torneo, anche se il tutto potrebbe non bastare. I due attaccanti giunti in prestito secco dal Sassuolo hanno segnato e giocato poco lo scorso anno con Di Francesco; Crisetig non scende in campo praticamente dal maggio del 2015 a causa di un brutto infortunio; Rosi è reduce da un anno non certo positivo culminato con la retrocessione del Frosinone insieme a Tonev, altro nome della campagna di rafforzamento rossoblù. La difficoltà di questa sessione di mercato non constava solo nelle riconferme di Budimir e Ricci, quasi impossibili già a promozione ottenuta, ma soprattutto nel trovare uomini chiave da inserire nelle zone critiche del rettangolo di gioco, in difesa e a centrocampo.Sampirisi, Ceccherini e Dussenne provengono da realtà troppo diverse da quella in cui si trovano a competere e presto potrebbero pagare pegno. Stesso discorso va fatto per Rohden, preso dalla A svedese, e Gnahorè, dal Carpi, sulla mediana. Ancor di più in questa zona del campo era necessaria la presenza di un uomo che avesse potuto fare da chioccia ai promettenti, ma ancora acerbi, Salzano e Capezzi. Nalini e Simy, invece, sembrano i due oggetti misteriosi di questo mercato e con ogni probabilità confermeranno questo status anche a fine campionato. Si può obiettare che con un budget limitato, forse inesistente, Ursino non poteva fare di meglio; verissimo, ma l’impressione è che la società si sia presentata all’esame “Serie A” profondamente impreparata, senza un briciolo di progettualità, come se si stesse già pensando al ritorno in B. Un vero peccato se il Crotone dovesse sfruttare questo palcoscenico solo per fare “passerella”. Come sempre, alla fine, sarà il campo ad emettere l'insindacabile verdetto finale che, speriamo, ci dia torto.