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    Crotonemania: 'il giorno della marmotta'

    Crotonemania: 'il giorno della marmotta'

    • Michele Santoro
    In un celebre film del 1993, “Ricomincio da capo (Il giorno della Marmotta)”, l’interprete principale, Bill Murray, è vittima di un sortilegio che lo costringe a rivivere in eterno lo stesso giorno. Solo con un lento e progressivo miglioramento di sé stesso, dopo tanta fatica e tanto tempo, il protagonista riesce a spezzare la maledizione e a tornare a vivere la sua vita. Una sceneggiatura che sembra ricalcare in pieno quanto fatto dal Crotone in questa prima parte di campionato. Per quanto ci si possa impegnare, per quanto possa sorprendere, alla fine arriva inesorabile la sconfitta. Contro il Milan abbiamo assistito all’ennesima bella prova di carattere, di organizzazione, che per lunghi tratti ha portato i rossoblù a competere quasi sullo stesso piano con gli uomini di Montella; il prodigio di Cordaz su Niang, per un attimo, ci ha fatto credere che anche la fortuna stesse girando dalla parte dei calabresi. L’episodio che condanna il Crotone alla sconfitta arriva, ancora una volta, nel finale e ripropone un deja vù che lo tiene ancorato lì, al penultimo gradino della classifica. La rete di Lapadula ha svelato una trama ormai nota agli uomini di Nicola che ormai non riescono più a superare il complesso della “zona Cesarini”. Quando il problema si ripresenta con tale frequenza e continuità si espatria dal territorio della malasorte per andare a finire in quello della patologia cronica.

    E’ vero, ai crotonesi devono essere concesse tutte le attenuanti del caso: trasferta estenuante, organico avversario superiore, metteteci anche che ormai i rossoblù a San Siro sono di casa ma un po’ di soggezione c’è sempre. Non sono e non devono essere queste le partite su cui basare la propria cavalcata salvezza, ovvio, ma sta di fatto che l’incapacità di gestire il risultato, per l’ennesima volta, ha impedito di rosicchiare punti importanti a Empoli, Pescara e Palermo che ad accelerare non ci pensano minimamente. Purtroppo quando si è vicini a raggiungere un’impresa storica le gambe tremano, e anche molto; in questi casi si fa affidamento sugli uomini di maggior esperienza, e ieri non è che ce ne fossero tanti tra i pitagorici, o sulle rassicurazioni e indicazioni della panchina, anche queste in forte latitanza visto il risultato. L’impegno di sabato prossimo col Pescara sarà uno di quegli appelli a cui non servirà semplicemente rispondere “presente”, bisognerà urlarlo in faccia all’antagonista. Se l’andazzo si ripresenterà sarà finalmente l’occasione buona per cambiare qualcosa. In teoria ci sarebbe da rivedere la gran parte delle scelte fatte dalla società ad inizio stagione ma questo già lo sappiamo e non serve ripeterlo perchè, almeno noi, non vogliamo correre il rischio di rivivere il nostro personalissimo “giorno della marmotta”. 
     

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