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    Crotonemania: il 'closing' che nessuno si aspettava

    Crotonemania: il 'closing' che nessuno si aspettava

    • Michele Santoro
    CHIEVO-CROTONE. Forse la gara più importante di quest’anno. Non prendetemi per pazzo, l’importanza del match del “Bentegodi” non sta tanto nei possibili scenari di classifica che si potrebbero aprire in virtù di una vittoria pitagorica, ma nel capire come la squadra ha assimilato l’addio dell’ormai ex presidente, e proprietario, Raffaele Vrenna. Certo, il “closing” calabrese non assumerà i connotati asiatici di Inter e (forse) Milan, ma quelli più familiari di Gianni Vrenna. Insomma, nonostante tutto, il Crotone resta e resterà un affare di famiglia. Un passaggio soft, che forse, poteva essere suggellato anche a bocce ferme. A meno di clamorosi avvenimenti la B rimane lo scenario più plausibile, ma rendere un ambiente già fortemente demoralizzato ancora più instabile, forse non è stata la scelta giusta.

    Ancora non sono del tutto chiare le ragioni che hanno spinto l’ex patron rossoblù alla cessione delle sue quote societarie, il 50% dell’intero pacchetto azionario, e leggendo le note stampa ufficiali dei protagonisti si può notare una certa frizione: se il prossimo titolare parla di “complessiva riorganizzazione delle nostre aziende che prevede la separazione di alcuni assets societari”, il predecessore aggiunge: “Lascio il club per una diversa visione sulle strategie di sviluppo”. In questa stagione la chiarezza non ha mai regnato e non lo ha fatto neanche in questa vicenda. Anche se Raffaele Vrenna dice di voler continuare la sua “attività imprenditoriale nei settori ambiente ed energia, con le società appartenenti al mio nuovo gruppo RVL Group”, non si può escludere totalmente l’ipotesi di vederlo alla guida di altre realtà calcistiche, e le indiscrezioni che lo vorrebbero vicino al Cosenza, attualmente al settimo posto nel girone C di Lega Pro, avvalorerebbero questa tesi.

    Capitolo chiuso, quindi, anche se 25 anni di ottimi risultati e di affidabilità, nel Sud Italia dove le società sportive nascono e muoiono nel giro di poche ore, non saranno facilmente replicabili, neanche se il nuovo numero 1 sarà suo fratello. Con la cadetteria inevitabilmente alle porte, la speranza è che da qui alla fine, almeno, non ci siano altre sorprese.
     
     

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