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Crotonemania: il bel gioco porta solo applausi, quant'era bello il catenaccio!
La goleada finale è frutto soprattutto di quella grande voglia che la squadra ha di vincere: in ogni partita, contro ogni avversario. E’ un po’ il “Davide” della Seria A, il giovane e audace fanciullo che con coraggio sfidò il gigante “Golia”. Come Davide il Crotone non ha mai paura, non si chiude in difesa e provare sempre a sferrare l’attacco vincente, purtroppo, però, le armi a disposizione non bastano. Cosi il Crotone perde malamente ma con onore, non si chiude in un angolino e aspetta l’avversario, prova sempre a penetrare, anche quando va in vantaggio: così facendo, però, si creano spazi enormi in cui i grandi calciatori sguazzano e la difesa pitagorica a reggere l’urto. Tutto o niente insomma, e ancora una volta è niente. E’ chiaro che questo modo di giocare va esaltato ma anche criticato. Il Crotone non ha i mezzi tecnici per giocare sempre in questo modo, questa non è la Serie B, ci sono grandi avversari a cui non puoi in alcun modo lasciare spazi. Sono fermamente convinto che Stroppa sia un grande allenatore e che presto arriverà ad allenare grandi squadre, ha la mentalità per farlo e anche le doti tattiche e tecniche, gli manca il coraggio di cambiare. Questo Crotone deve cambiare, il bel gioco porta applausi, per la salvezza servono punti. Per farlo, alcune volte, bisogna mettersi in un angolino, aspettare l’avversario e colpirlo al momento giusto. In contropiede. E’ l’anti-calcio diranno alcuni: è vero. Il caro vecchio calcio all’italiana che ci ha permesso di vincere quattro mondiali. Il catenaccio è fuori moda, ma io sono un nostalgico e quel tipo di gioco mi manca.