BABB(E)I NATALE. Più fessi che generosi. Il 4-0 contro la Lazio si spiega così, e il dolce sapore a cui associavamo i colori biancocelesti, ora, diventa amaro come il carbone. Il pallone perso da Sampirisi a metà campo da cui è originato il vantaggio laziale, e la nitida occasione gol sciupata da Martella qualche minuto dopo per l’ipotetico pareggio, vanno catalogati, più che alla voce ‘regali di Natale’, a quella ‘siamo dei babbei’. La sconfitta prenatalizia dell’Olimpico si riassume in questi due episodi; le tre reti incassate nei 10 minuti finali, invece, sono una brutta postilla a margine da non sottovalutare. Come a Reggio Emilia col Sassuolo, la squadra non sbaglia approccio, mette in difficoltà avversari maggiormente equipaggiati, ma poi non riesce a reagire al gol subito. La voglia di fare gioco, o almeno di provarci, c’è, anche se nella maggior parte dei casi cozza coi limiti tecnici di alcuni interpreti. Manca invece la cattiveria sotto porta, la freddezza, la concretezza. Budimir prima di farne uno ha bisogno di sbagliarne cento e i suoi compagni d’attacco non sono mai stati delle bocche di fuoco. Nonostante la vittoria, anche col Chievo si è arrancato a creare azioni degne di nota. Altrettanto evidenti sono le défaillance improvvise, ma puntuali, del reparto arretrato: la facilità con cui il Crotone prende gol nei secondi 45 minuti, a dispetto di primi tempi gestiti invece con buona attenzione, lascerebbe di stucco anche un neofita del calcio. Della serie ‘concentrati si, ma fino a un certo punto.’ Ci si metta poi che, da qualche anno a questa parte, la gara prima della Santa Natività non porta bene: è dalla stagione di Serie B 2014-2015 che i rossoblù non vincono, ovvero dal 2-0 casalingo al Frosinone; da allora, un pareggio e due sconfitte. Tanti problemi, tanto lavoro e tante richieste di mercato nella letterina fatta recapitare a Ursino e Vrenna: questo l’insolito Natale di Zenga, sperando che i botti di Capodanno napoletani del 29 dicembre facciano cilecca una volta tanto.