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Crotone verso il debutto allo 'Scida' con il Napoli
Lo scorso aprile il Crotone conquista una sensazionale promozione in A. Passata la festa il club programma la nuova storica stagione. In primo piano c’è la questione stadio: ha capienza limitata (10 mila posti), ma con piccoli ritocchi avrebbe la deroga a ospitare le gare del campionato. "E che figura facciamo con le tribune vecchie e cadenti?", pensa il presidente Raffaele Vrenna. Il sussulto d’orgoglio si traduce in un progetto: nuova tribuna coperta completa di ogni confort per far accomodare gli illustri colleghi di Vrenna e con lo Scida in grado di accogliere 17 mila tifosi. Costo: 2 milioni e 600 mila euro, tutti a carico della società nonostante lo stadio sia comunale. Vrenna trova la ditta, i tecnici assicurano: "Finiamo entro agosto". Il 3 giugno arriva un brusco stop: lavori allo Scida non se ne possono fare. Firmato Salvatore Patamia, segretario regionale con l’interim a Crotone in attesa della nomina del nuovo soprintendente. Meno di due settimane dopo la città elegge il sindaco: Ugo Pugliese. Il benvenuto è il grattacapo stadio perché il 13 luglio una seconda domanda per ampliare lo Scida è ancora respinta: "La legge non lo consente".
Ma le vie dei lavori in corso sono infinite. A Roma si svegliano dal torpore e, guarda coincidenza, 48 ore dopo il 'no' di Patamia, nominano il soprintendente: Mario Pagano, in passato nella bufera per aver autorizzato in Molise la costruzione di una palizzata di 16 pale eoliche con vista sulle rovine dell’antica Saepinum. Provvedimento annullato dal direttore regionale, mentre la Corte dei Conti chiedeva i danni economici. Accadeva nel 2012. Peggio era andata nel 2009 quando il dirigente era stato rimosso e poi licenziato dalla carica ricoperta a Benevento e Caserta. Nel 2010, però, il giudice accoglieva il ricorso dei suoi legali, ordinandone il reintegro. A Crotone l’arrivo di Pagano non passa inosservato. Con una velocità degna di Bolt, dà il via libera alla costruzione delle nuove tribune. Firma la delibera dopo aver specificato che non è possibile scavare nel terreno e ponendo di fatto un aut-aut al Comune: dopo 2 anni si deve smontare tutto, abbattere lo stadio, costruirlo da un’altra parte e riportare in vita l’agorà. Condizioni accettate. Ma i problemi non sono finiti.
Crotone città non ha ancora visto la A e già tre sfide la squadra di Nicola le ha disputate a Pescara (un pari e due sconfitte). I tempi del cantiere si sono allungati e per evitare l’ennesima beffa si è deciso di giocare contro il Napoli (23 ottobre) senza la copertura della tribuna: sarà montata a novembre durante la sosta. Anche il Coni ha dato parere positivo dopo quello negativo di inizio settembre. Insomma, lo Scida si appresta al canto del cigno: una stagione indimenticabile prima di essere demolito. Ma andrà a finire così? Oppure il provvisorio rischia di trasformarsi in definitivo? E i possibili danni all’agorà? Questioni aperte e che meritano risposte. A partire dal sindaco. "Ci siamo trovati di fronte a una scelta già fatta. E’ nostro interesse tutelare la città: la Serie A vale molto in termini economici, ma non è da meno la questione culturale. Ci siamo impegnati come amministrazione a risolvere una questione trentennale: i lavori sono eseguiti per non recare danni ai reperti e la tribuna sarà rimossa. Il presidente Vrenna l’ha presa in leasing per due anni. Abbiamo individuato l’area dove sorgerà il nuovo stadio e sarà una cittadella polifunzionale. L’agorà? C’è un progetto per metterla in sicurezza. Possono sembrare le solite promesse, ma ci sto mettendo la faccia".
C’è chi farà da costante guardiano e non mollerà di un centimetro in difesa del patrimonio culturale di Crotone. I 'tifosi' dell’antica Kroton sono le tante associazioni presenti in città. Una delle più attive è la Sette Soli dell’archeologa Margherita Corrado. Pochi giorni fa ha scritto per la seconda volta al ministro Franceschini per commissariare Pagano. Spiega: "Sulla vicenda stadio capisco, anche se non le condivido, le ragioni di club e sindaco. E’ inconcepibile, invece, il comportamento di chi dovrebbe proteggere i reperti storici facendo rispettare la legge. Strutture rimovibili? Sotto il suolo ci sono edifici di più di 2000 anni: vibrazioni, infiltrazioni e continue sollecitazioni possono provocare danni definitivi. Chi si assume la responsabilità del delitto? Perché se lo Scida sarà davvero demolito e partirà il recupero dell’agorà, saranno individuabili i crolli recenti. Da Roma sono scesi a fine agosto per una visita del cantiere, ma senza definirla ispezione. Mi tocca pensare male visto i precedenti di Pagano e la tempistica tra arrivo e l’ok ai lavori. Aveva un mandato preciso? In Calabria la situazione è disperata: c’è un patrimonio culturale vastissimo, ma incuria e ignoranza lo stanno distruggendo. Quando è stato costruito l’ospedale, a fianco dello stadio, la ditta ha raso al suolo tutto quello che ha trovato, nessuno controllava. Nel 1999 siccome la squadra era andata in B, sono stati fatti degli ampliamenti di nascosto. Capisco la valenza sociale del calcio, ma le cose non sono contrapposte anche se a qualcuno fa comodo un simile ragionamento. C’erano soluzioni alternative per evitare questo scempio".