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Cristiano Ronaldo, il biografo: 'E' deluso, si aspettava un rilancio di Florentino Perez. La Juventus non sarà mai il Real Madrid'
Guillem Balague, giornalista catalano che risiede in Inghilterra, ha scritto nel 2015 una biografia non autorizzata su Cristiano Ronaldo ("CR7"), la cui ristampa aggiornata sbarca oggi in Italia. Un ritratto sull'uomo Ronaldo prima ancora che sul calciatore, come racconta lui stesso a Maurizio Crosetti sulle pagine di La Repubblica: "Sono tanti, almeno una trentina. È Ronaldo l’uomo capriccioso che non va alle premiazioni se non vince niente, ma è Ronaldo anche l’amico generoso che fa regali a tutti, è Ronaldo il campione che sembra avere dodici anni per sempre, immaturo e fragile, ed è Ronaldo il dio greco dell’area di rigore, l’invincibile, l’immortale».
Cristiano piange spesso, agli eroi non dovrebbe succedere.
"Ho cercato le radici della sua infanzia, ho parlato con gli amici di gioventù a Madeira, sono stato nel povero sobborgo dov’è cresciuto senza l’affetto di un padre alcolizzato. E credo di aver capito che quell’amore mai ricevuto, Ronaldo lo cerchi ancora".
Ci sono momenti in cui il libro sembra quasi un trattato di psicanalisi.
"Mi sono chiesto perché lui abbia sempre vissuto con la madre, fino all’ultima compagna non aveva mai diviso il tetto con una donna. Si è separato dalla mamma a 12 anni, è rimasto da solo fino ai 17 all’accademia dello Sporting Lisbona, per un bambino è dura vivere così. Ma da piccolissimo aveva già questa visione: farò il calciatore. Poi un prezzo si paga, anche se diventi il più bravo".
Tra le varie ombre, pure quella di Messi, l’odiato alter ego.
"Però si somigliano, il loro percorso da bambini è stato simile. Ma l’argentino è più furbo, più scaltro, mentre Cristiano è più sincero, dunque più scoperto anche nei difetti. Ronaldo cerca amore ma non sempre sa farsi amare, vuole che la squadra sia al suo servizio mentre Messi è al servizio della squadra".
Cosa pensa del passaggio alla Juventus?
"Cristiano non si sentiva più amato dal Real, sempre lì si torna. Non voleva soltanto più soldi, voleva essere tutto. Io però sono convinto che quando é andato da Florentino Perez si aspettasse un rilancio, non di essere lasciato partire così. Ora dovrà abbassare le aspettative, ma ha già iniziato a farlo perché la Juve non sarà mai il Real Madrid".
Cristiano piange spesso, agli eroi non dovrebbe succedere.
"Ho cercato le radici della sua infanzia, ho parlato con gli amici di gioventù a Madeira, sono stato nel povero sobborgo dov’è cresciuto senza l’affetto di un padre alcolizzato. E credo di aver capito che quell’amore mai ricevuto, Ronaldo lo cerchi ancora".
Ci sono momenti in cui il libro sembra quasi un trattato di psicanalisi.
"Mi sono chiesto perché lui abbia sempre vissuto con la madre, fino all’ultima compagna non aveva mai diviso il tetto con una donna. Si è separato dalla mamma a 12 anni, è rimasto da solo fino ai 17 all’accademia dello Sporting Lisbona, per un bambino è dura vivere così. Ma da piccolissimo aveva già questa visione: farò il calciatore. Poi un prezzo si paga, anche se diventi il più bravo".
Tra le varie ombre, pure quella di Messi, l’odiato alter ego.
"Però si somigliano, il loro percorso da bambini è stato simile. Ma l’argentino è più furbo, più scaltro, mentre Cristiano è più sincero, dunque più scoperto anche nei difetti. Ronaldo cerca amore ma non sempre sa farsi amare, vuole che la squadra sia al suo servizio mentre Messi è al servizio della squadra".
Cosa pensa del passaggio alla Juventus?
"Cristiano non si sentiva più amato dal Real, sempre lì si torna. Non voleva soltanto più soldi, voleva essere tutto. Io però sono convinto che quando é andato da Florentino Perez si aspettasse un rilancio, non di essere lasciato partire così. Ora dovrà abbassare le aspettative, ma ha già iniziato a farlo perché la Juve non sarà mai il Real Madrid".
Nel libro ci sono cose sorprendenti, tipo una bisnonna africana.
"Si chiamava Isabel Rosa ed era di Capo Verde. Questo forse spiega in parte la forza muscolare di Ronaldo, il suo tipo di fibra".
Interessante anche la continua ricerca di padri putativi.
"Lo è stato Alex Ferguson, lo è il suo procuratore Mendes. Penso che Cristiano sia, a un tempo, padre e figlio di molti. Ogni sua casa è un clan e lui si prende cura di amici, sorelle, madre, fidanzata, figli naturali, oltre al fratello Hugo che ha avuto grandi problemi di tossicodipendenza".
Ecco, le dipendenze. A un certo punto si legge che anche l’ossessione di Cristiano Ronaldo per la preparazione fisica e per il corpo lo è. "A Manchester pretese l’unico armadietto dello spogliatoio davanti allo specchio. E in casa ha una palestra dove non smette mai di allenarsi. L’ossessione della perfezione fisica è legata al trascorrere del tempo, e al fatto che gli manca sempre qualcosa".
A Ronaldo è piaciuto questo libro?
"C’è una pagina in cui riferisco un duro giudizio che lui rivolse a Messi, e Cristiano non me l’ha perdonata: ha deciso che non sono uno dei suoi. Ma io non gli ho fatto l’ufficio stampa, io ho cercato la verità di un campione che apprezzo tremendamente. A Verona, per la prima di campionato ero lì: l’ho incrociato, ci conosciamo da una vita eppure lui mi ha detto con te non parlo".
"Si chiamava Isabel Rosa ed era di Capo Verde. Questo forse spiega in parte la forza muscolare di Ronaldo, il suo tipo di fibra".
Interessante anche la continua ricerca di padri putativi.
"Lo è stato Alex Ferguson, lo è il suo procuratore Mendes. Penso che Cristiano sia, a un tempo, padre e figlio di molti. Ogni sua casa è un clan e lui si prende cura di amici, sorelle, madre, fidanzata, figli naturali, oltre al fratello Hugo che ha avuto grandi problemi di tossicodipendenza".
Ecco, le dipendenze. A un certo punto si legge che anche l’ossessione di Cristiano Ronaldo per la preparazione fisica e per il corpo lo è. "A Manchester pretese l’unico armadietto dello spogliatoio davanti allo specchio. E in casa ha una palestra dove non smette mai di allenarsi. L’ossessione della perfezione fisica è legata al trascorrere del tempo, e al fatto che gli manca sempre qualcosa".
A Ronaldo è piaciuto questo libro?
"C’è una pagina in cui riferisco un duro giudizio che lui rivolse a Messi, e Cristiano non me l’ha perdonata: ha deciso che non sono uno dei suoi. Ma io non gli ho fatto l’ufficio stampa, io ho cercato la verità di un campione che apprezzo tremendamente. A Verona, per la prima di campionato ero lì: l’ho incrociato, ci conosciamo da una vita eppure lui mi ha detto con te non parlo".