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    Criscito:| 'Prandelli richiamami, trattato da criminale'

    Criscito:| 'Prandelli richiamami, trattato da criminale'

    Il difensore dello Zenit perse gli Europei.
    Criscito: "Trattato da criminale, spero che Prandelli mi richiami".
    Ora il pm ha chiesto l'archiviazione: "Contento per mio figlio, conoscerà la verità".

    La notifica gli è arrivata via twitter, ieri di primo pomeriggio, mentre Domenico Criscito stava passeggiando per San Pietroburgo insieme alla famiglia: il pm di Genova Biagio Mazzeo ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla presunta combine di GenoaSampdoria, maggio 2011. Dunque, secondo la Procura, l’esterno dello Zenit e gli ex compagni in rossoblù, Milanetto, Dainelli e Palacio, non truccarono la sfida. All’epoca, Criscito ci guadagnò l’etichetta «di criminale, sui giornali e in tv»; e perse gli Europei, visto che la Federcalcio e Cesare Prandelli lo esclusero dalla spedizione subito dopo la perquisizione della sua stanza a Coverciano e l’iscrizione sul registro degli indagati.


    Domenico Criscito, chi le ha detto che l’incubo era finito?
    «L’ho scoperto da quel che dicevano su twitter, un paio d’ore fa: quando sono in giro, ogni tanto dal telefono do un’occhiata a Internet».

    La prima cosa che le è venuta in mente?
    «Finalmente è finita, perché non avevo fatto nulla, come ho sempre detto. Era solo questione di tempo».

    Come è trascorso?
    «Non è stato divertente, soprattutto all’inizio: quando è arrivata la polizia a Coverciano non ci credevo. E così è stato per diversi giorni: tipo un film dove incolpano uno che non c’entra niente, solo che ero io. Sembrava fossi un criminale».

    Impossibile andare in campo sereni.
    «In realtà io ci sono sempre andato, perché sapevo di non c’entrare nulla. Poi, certo, quella mattina non potevo essere tanto sereno, anche se sapevo che con il passare dei giorni tutto sarebbe andato a posto».

    Perché le vietarono gli Europei?
    «Se la Federazione decise di escludermi perché aveva visto che non ero tranquillo e non perché mi riteneva colpevole ne sono contento».

    La condanna fu l’essere indagato: che ne pensa?
    «Che essere indagato significa solo essere sotto indagine, e non essere colpevole, come s’è visto nel mio caso».

    Fosse per lei, un indagato avrebbe il diritto di poter giocare?
    «Sì».

    Più felice per la notizia o arrabbiato per aver perso gli Europei?
    «La felicità, la felicità, quella è più grande. Poi certo, gli Europei li ho persi. Però sono contento, anche per mio figlio Alfredo, che ha otto mesi, ma che dovrà sapere come sono andate le cose: suo papà non era uno che vendeva le partite».

    Si rimprovera qualcosa?
    «No».

    S’è mai chiesto com’è potuto finire lì dentro?
    «Per una foto, in cui si parlava di tutt’altro, un incontro tra giocatori e tifosi. Sono solo stato al posto sbagliato nel momento sbagliato».

    Chi l’ha aiutata in questi tre mesi?
    «La famiglia, mia moglie, Pamela, gli amici».

    Quanti messaggi ha ricevuto alla notizia?
    «Tantissimi. Nessuno dal mondo del calcio, per ora».

    Conte ha detto che nei guai ci può finire chiunque: che ne pensa?
    «Che ha ragione».

    Che cosa vorrebbe dire a Prandelli?
    «Sono abituato a parlare con il campo. E se lo meriterò, spero mi chiami in Nazionale, non vedo l’ora».


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