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Cresciuto senza papà, Iniesta e De Jong nella testa: il maghetto Le Fée si mette sul mercato
“Dimentico ma non perdono”, ma anche “So perdonare ma non dimentico”. La vita di Enzo Le Fée ruota attorno a queste due frasi, indicate dal diretto interessato in un’intervista a Onze Mondial del 2020 come quelle che meglio lo contraddistinguono. Un modus vivendi applicato nei rapporti personali ma anche in relazione ad un destino che più volte ha provato a mettergli i famosi bastoni tra le ruote. E che oggi invece, in vista dell’estate prossima, è pronto ad eleggerlo come una delle occasioni di mercato da non farsi scappare.
LA CONSACRAZIONE - Contratto in scadenza a giugno 2024, nessuna proposta arrivata per prolungare l’accordo in essere e un futuro scritto: “Per me è il momento di partire e vorrei farlo la prossima estate in modo da garantire un certo incasso al Lorient, il club che mi ha cresciuto e che mi ha fatto firmare il primo contratto da professionista”, ha dichiarato Le Fée al quotidiano francese Le Telegramme. Centrocampista “creativo, tecnico e che sa vedere bene il gioco (la maglia numero 10 che indossa è una naturale conseguenza); che ama prendere l’iniziativa e tenere il pallone… Tra i modelli di riferimento ci sono Iniesta e Frenkie de Jong”, prendendo in prestito le parole di tre anni fa, quando Zo o Zozo - come viene soprannominato - era uno dei principali talenti in rampa di lancio di un Lorient prossimo alla promozione dalla Ligue 2 e che soltanto pochi mesi dopo si sarebbe convertito in una delle rivelazioni più interessanti della Ligue 1. L’attuale stagione è stata quella della definitiva consacrazione, con un bottino personale di 28 presenze da titolare, 4 reti e 5 assist; una percentuale superiore all’84% per passaggi riusciti, 17 tiri effettuati verso lo specchio di porta ma anche il 60% di contrasti e il 50% di duelli vinti. Questi due dati evidenziano come il classe 2000 nativo proprio di Lorient sia diventato un regista davanti alla difesa a tutto tondo, capace di disimpegnarsi con efficacia anche nella fase di non possesso.
I BRUTTI SCHERZI DEL DESTINO - Oggi sembra tutto facile e tutto scontato perché Le Fée si sta affermando anche come certezza della nazionale francese Under 21, avversaria dell’Italia nel prossimo Europeo di giugno e che non può non guardare, oltre alla vittoria del titolo, all’obiettivo di strappare il pass per le Olimpiadi di Parigi del 2024. Uno dei traguardi che il playmaker di Lorient si è ripromesso di tagliare insieme all’esordio in Champions League o alla partecipazione alla Coppa del Mondo. Oggi sembra tutto normale, ma il destino a volte sa prenderti a calci e ci vuole forza mentale non indifferente per parare i colpi e restare in piedi. Crescere e trascorrere gran parte della propria infanzia ed adolescenza senza il proprio papà - calciatore di talento come Zozo prima delle sue vicissitudini personali - non può essere mai facile. Soprattutto se i motivi sono ben noti a tutti, anche nel convitto del Lorient, dove però allenatori e compagni sono bravi a non fargli pesare l’incarcerazione di un genitore di cui non porta nemmeno il cognome. E così tocca a mamma, sua prima tifosa, e al nonno accompagnarlo nel suo percorso di crescita, iniziato sui campi di Keryado e con l’obiettivo di arrivare a confrontarsi coi più forti. Sempre con due concetti ben saldi nella testa: “Dimentico ma non perdono”, “Perdono ma non dimentico”.
LA CONSACRAZIONE - Contratto in scadenza a giugno 2024, nessuna proposta arrivata per prolungare l’accordo in essere e un futuro scritto: “Per me è il momento di partire e vorrei farlo la prossima estate in modo da garantire un certo incasso al Lorient, il club che mi ha cresciuto e che mi ha fatto firmare il primo contratto da professionista”, ha dichiarato Le Fée al quotidiano francese Le Telegramme. Centrocampista “creativo, tecnico e che sa vedere bene il gioco (la maglia numero 10 che indossa è una naturale conseguenza); che ama prendere l’iniziativa e tenere il pallone… Tra i modelli di riferimento ci sono Iniesta e Frenkie de Jong”, prendendo in prestito le parole di tre anni fa, quando Zo o Zozo - come viene soprannominato - era uno dei principali talenti in rampa di lancio di un Lorient prossimo alla promozione dalla Ligue 2 e che soltanto pochi mesi dopo si sarebbe convertito in una delle rivelazioni più interessanti della Ligue 1. L’attuale stagione è stata quella della definitiva consacrazione, con un bottino personale di 28 presenze da titolare, 4 reti e 5 assist; una percentuale superiore all’84% per passaggi riusciti, 17 tiri effettuati verso lo specchio di porta ma anche il 60% di contrasti e il 50% di duelli vinti. Questi due dati evidenziano come il classe 2000 nativo proprio di Lorient sia diventato un regista davanti alla difesa a tutto tondo, capace di disimpegnarsi con efficacia anche nella fase di non possesso.
I BRUTTI SCHERZI DEL DESTINO - Oggi sembra tutto facile e tutto scontato perché Le Fée si sta affermando anche come certezza della nazionale francese Under 21, avversaria dell’Italia nel prossimo Europeo di giugno e che non può non guardare, oltre alla vittoria del titolo, all’obiettivo di strappare il pass per le Olimpiadi di Parigi del 2024. Uno dei traguardi che il playmaker di Lorient si è ripromesso di tagliare insieme all’esordio in Champions League o alla partecipazione alla Coppa del Mondo. Oggi sembra tutto normale, ma il destino a volte sa prenderti a calci e ci vuole forza mentale non indifferente per parare i colpi e restare in piedi. Crescere e trascorrere gran parte della propria infanzia ed adolescenza senza il proprio papà - calciatore di talento come Zozo prima delle sue vicissitudini personali - non può essere mai facile. Soprattutto se i motivi sono ben noti a tutti, anche nel convitto del Lorient, dove però allenatori e compagni sono bravi a non fargli pesare l’incarcerazione di un genitore di cui non porta nemmeno il cognome. E così tocca a mamma, sua prima tifosa, e al nonno accompagnarlo nel suo percorso di crescita, iniziato sui campi di Keryado e con l’obiettivo di arrivare a confrontarsi coi più forti. Sempre con due concetti ben saldi nella testa: “Dimentico ma non perdono”, “Perdono ma non dimentico”.