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    CR7? No, Marotta e l'ultima crepa con la Juve per il maxi affare con Higuain

    CR7? No, Marotta e l'ultima crepa con la Juve per il maxi affare con Higuain

    • Fabrizio Romano
    Non è Cristiano Ronaldo l'uomo della discordia. Anzi: la massima aspirazione nella carriera di un dirigente non può che essere acquistare uno dei primi giocatori al mondo, così Beppe Marotta ha vissuto quell'operazione che si rivelerà neanche due mesi dopo tra le ultime della sua gestione alla Juventus. Perché tra le tante ipotesi spuntate c'era anche questa, una divergenza con Andrea Agnelli sull'affare da 100 milioni di euro col Real Madrid (e poco più di 30 milioni all'anno a CR7) che in realtà non esiste. Ragioni più profonde, gestionali, personali, visione del futuro del club differenti. E quindi strade separate, Marotta e la Juventus si sono detti addio dopo un idillio durato otto anni.

    RETROSCENA HIGUAIN - Eppure, c'è un affare di mercato che nell'ultima estate non ha pienamente convinto Marotta. Ovvero ritrovarsi a dover cedere con così tante difficoltà un campione come Gonzalo Higuain in prestito con diritto di riscatto, includendo nell'affare anche quel Mattia Caldara che si era rivelato ennesima intuizione azzeccata della coppia Marotta-Paratici. Sì, perché il Pipita rappresentava un clamoroso acquisto di due anni prima per 90 milioni e nell'ultima estate ha lasciato la Juve per andare al Milan - stesso campionato - per 18 milioni di prestito più 36 di riscatto. E con Caldara incluso nell'affare Bonucci, una maxi-operazione sulle cui condizioni Marotta non era convinto fin dall'inizio. Più razionale cedere Higuain all'estero per 60 milioni con il Chelsea pronto a bussare. Niente da fare, la fretta della Juventus ha portato a gestire diversamente la cessione dell'argentino.

    MOTIVI PROFONDI - Il rapporto tra Agnelli e Marotta non si è rotto per colpa di questa operazione con il Milan. Ma è stata una delle ultime crepe sul piano tecnico che hanno completato un percorso - come tutti in qualsiasi società - fatto anche di incongruenze, per quanto l'abilità dei dirigenti della Juventus e dell'ambiente intero abbia aiutato a non far filtrare alcuna voce contraria. I toni si sono alzati, la gestione della cessione di Higuain e Caldara nell'affare Bonucci è uno di quei dettagli che non aiutano nella fase di crisi. Ma i motivi della rottura sono ben più profondi, diretti, importanti rispetto a una semplice operazione di mercato. Una delle tante condotte da Marotta alla Juventus, poche sbagliate e molte riuscite. Non sempre in totale visione congiunta con i piani alti bianconeri. Anche per questo, separarsi è la scelta ad oggi più giusta per tutti.

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