Covid, Galliani: 'Ho temuto di morire. Berlusconi preoccupato, mi scriveva in continuazione. Ora andrò a pregare'
VICINANZA - "Silvio Berlusconi e la mia famiglia. Berlusconi mi scriveva continuamente, mi mostrava il suo affetto, era preoccupato per me. Vedevo le sue chiamate anche quando non potevo rispondere per la stanchezza. Mi scriveva amore, amore, amore. La mia storia con Berlusconi nasce il 1 novembre del 1979 quando sono stato invitato a casa del presidente. Lo posso dire una cosa: ho vissuto tre delle quattro vite di Silvio Berlusconi. Non sono stato al suo fianco solo nella vita da costruttore. Poi ci sono sempre stato. Quando ha deciso di primeggiare nel settore della televisione ero con lui. E poi ancora nel mondo del calcio. Un giorno, era ancora al Monza, e mi dice così: “Vogliamo portare il Milan in cima al mondo?”. In tre anni abbiamo vinto la Coppa Intercontinentale. Per non parlare della politica. Nell’autunno del 1993 decide di scendere in campo per salvare il Paese dalla gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto. Il 28 marzo del 1994 è a Palazzo Chigi. E io sono sempre lì”.
RIPRESA -“Ci vorrà un mese circa per riprendersi definitivamente. Ho perso dieci kg perché in quei maledetti giorni non riuscivo nemmeno a mangiare nemmeno una polpetta”.
PREGHIERA - "Con Pierferdinando Casini, che ha avuto come me il Covid, abbiamo preso un impegno ufficiale: ci recheremo al Santuario della Madonna di San Luca. Andremo lì a pregare”.