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Covid, ecco perché Johnson ha deciso di riaprire tutto nonostante i contagi siano in netto aumento
Perché? Un articolo di Corriere.it lo spiega in modo esauriente.
La ragione è che il nesso fra contagi, ricoveri in ospedale e decessi è stato, se non spezzato del tutto, quanto meno fortemente indebolito.
Infatti i nuovi casi sono arrivati a oltre 27 mila in un giorno (in Italia, ieri, sono stati 480), con un incremento del 53 per cento in una settimana: e Johnson ha detto di aspettarsi che a breve si arrivi a 50 mila casi al giorno, una cifra non lontana dai 60 mila di gennaio, al picco della seconda ondata.
Ma con una fondamentale differenza: oggi ci sono solo 1900 persone in ospedale col Covid, mentre a gennaio erano 40mila.
E mentre allora un contagiato su dieci finiva in ospedale, adesso capita a meno di uno su 50.
È l’effetto dei vaccini. E la linea dei decessi che resta piatta ormai da tre mesi a questa parte.
Ieri, per esempio, si sono registrati solo 9 morti col Covid (meno dei 31 registrati sempre ieri in Italia), mentre a gennaio si era arrivati anche a duemila al giorno.
Johnson ha detto che bisognerà mettere in conto altri morti, ma la cosa va messa in un contesto più generale: in Gran Bretagna, in un anno con una brutta influenza, si era arrivati a registrare 20mila decessi, eppure nessuno si era mai sognato di invocare restrizioni. Anche in un anno normale, bisogna mettere in conto 7-10 mila morti da influenza.
Invece in questo momento, in Gran Bretagna, la mortalità da Covid è nettamente più bassa di quella per influenza e polmonite.
È per questo che Boris ha potuto dire: se non ora, quando?