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    Cottarelli: 'Interspac non si pone limiti, con l'azionariato Inter più competitiva. E giovedì annunciamo 7-8 nuovi tifosi vip'

    Cottarelli: 'Interspac non si pone limiti, con l'azionariato Inter più competitiva. E giovedì annunciamo 7-8 nuovi tifosi vip'

    • Andrea Distaso
    Un nuovo modo di vedere il calcio, rigorosamente dalla prospettiva dei tifosi, e di pensare al rapporto tra il semplice appassionato e la sua squadra del cuore. Secondo una logica che esuli dalla relazione sempre più di attualità tra il fornitore e il consumatore, che ha davvero poco di romantico e che realtà come Interspac e il progetto dell’azionariato popolare potrebbero, se non contrastare, quanto meno limitare. A capo del consorzio c’è il professor Carlo Cottarelli (foto Ansa), economista di fama riconosciuta con incarichi di responsabilità nel Fondo monetario Internazionale, nonché commissario alla spending review per il governo Letta nel 2013. Ma soprattutto grande tifoso dell’Inter.

    40 tifosi vip che hanno già aderito all’iniziativa e sono stati svelati e alla stampa e circa 55.000 risposte al questionario messo a disposizione dallo scorso venerdì: professore, si aspettava un avvio di questo tipo per il progetto Interspac?
    “Assolutamente no, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla risposta avuta presso i tifosi. Non credevo che potessimo registrare questi numeri in così poco tempo e, a coloro i quali ancora domandano dove possano trovare il link al questionario, ricordo come sia sufficiente accedere al sito Interspac.eu e da lì direttamente alla pagina del sondaggio”.

    Nei giorni scorsi è spuntato il nome di Valentino Rossi come possibile prossimo socio aderente all’iniziativa. Può confermarci che siate al lavoro per altri nomi di questo spessore, anche tra grandi calciatori del passato nerazzurro?
    “Assolutamente. Nella giornata di giovedì confidiamo di annunciare un gruppo più limitato rispetto a quello precedente di nuove adesioni. Comunicheremo l’ingresso di 7-8 nuovi tifosi vip”.

    Professor Cottarelli, il modello di riferimento a cui guardate e vi ispirate è quello dell’azionariato popolare presente al Bayern Monaco. Cosa vi spinge a ritenere che possa funzionare anche in una realtà come quella italiana?
    “Io credo che questo tipo di modello si possa sposare non solo con l’Inter, ma con diverse realtà del panorama italiano. Anche nel Milan, per esempio. L’Inter è una squadra che raccoglie un numero di tifosi molto importante semplicemente nell’ambito di presenze allo stadio e che ha una platea molto significativa nel raggio di poche centinaia di chilometri. Per questo motivo, mi aspetto che la risposta definitiva a un progetto come questo possa essere di grande interesse”.

    I prossimi passaggi formali quali saranno? Anche sui social network, si riscontra il desiderio di tanti tifosi stranieri di aderire a questa idea di gestione del club. Pensate a breve di allargare la platea dei vostri sondaggi uscendo dai confini nazionali?
    “Il questionario che abbiamo aperto si concluderà il prossimo 15 luglio e a quel punto sarà il tempo di raccogliere e analizzare tutti i dati e fare delle riflessioni. Per comprendere dove potremo spingerci. Per ora, abbiamo deciso di limitarci ad un sondaggio nazionale perché, prima di aprirci all’estero, servirebbe un’adeguata campagna promozionale. Che non escludo, in assoluto, che possa avvenire più avanti”.

    Veniamo, professore, alle domande che in tanti hanno rivolto su ciò che ne sarà della quota associativa necessaria per aderire ad Interspac. In molti si chiedono come verranno utilizzati questi soldi, quale ritorno avrà il tifoso che vorrà credere in voi?
    “Non si tratta di un investimento a fondo perduto. Dando il proprio contributo economico, il tifoso avrebbe la “ricompensa” di comprare un pezzettino della sua squadra del cuore, di essere parte di un club come l’Inter. In un’eventualità futura di una quotazione della società in Borsa, a quel punto il tifoso potrebbe averne anche un ritorno in termini economici, ma non credo che la prima preoccupazione possa essere di fare della speculazione”.

    L’idea di contribuire alle attuali esigenze economiche del club, avete sottolineato in questi giorni. Nei vostri piani, quale potrebbe essere il vostro ruolo in caso di una fetta consistente del pacchetto azionario?
    “Oggi è difficile dirlo, dipenderà dal tipo di risposta e di raccolta che riusciremo a portare a compimento di qui ai prossimi mesi. Ovviamente nessuno investe i propri soldi senza un piano, senza conoscere i termini di questo progetto. Una volta conclusa la campagna promozionale e verificati i numeri che avremo raccolto, avremo un nuovo contatto con i rappresentanti dell’Inter e illustreremo maggiormente nel dettaglio le nostre intenzioni”.

    A proposito della risposta dei vertici societari, ha già avuto modo di dichiarare come questa sia stata tutt’altro che di chiusura…
    “Abbiamo informato l’Inter di questa iniziativa, dei nostri propositi e ci hanno ascoltato con interesse. La definirei una reazione tutt’altro che negativa”.

    L’azionariato popolare in essere al Bayern Monaco prevede la presenza anche di core partners come Adidas, Audi e Allianz. Per lo sviluppo di Interspac, avete già avuto contatti con soggetti economicamente importanti disposti a fare la loro parte?
    “Sì, abbiamo una lista di potenziali imprenditori e top manager che sarebbero interessati ad aderire a questa iniziativa. L’idea è che in Interspac possano esserci pochi soggetti che possano immettere più risorse economiche e magari una fetta più ampia di investitori che diano un contributo inferiore”.

    Professor Cottarelli, rispondono al vero i rumors circa la vostra ambizione e intenzione di raccogliere una quantità di denaro tale da diventare un socio di minoranza forte dell’Inter, con una quota molto significativa?
    “Non ci poniamo alcun limite. Ovviamente tutti questi discorsi sono strettamente legati a quella che sarà la risposta, a quelli che saranno i termini concreti della vicenda e a quello che avremo saputo e potuto raccogliere ad un certo punto. Dipenderà da quella che sarà, come la chiamano gli inglesi, la nostra fire power, la potenza di fuoco”.

    Il nuovo stadio e l’esigenza di rivedere i costi di gestione sono i paletti imposti da Suning in questo preciso momento storico e di sofferenza per il club. Sono priorità che voi di Interspac condividete?
    “Sono un tifoso nostalgico, ma sono assolutamente aperto alla realizzazione di un nuovo impianto rispetto all’attuale San Siro. La mia convinzione è che un club come l’Inter abbia ancora tantissime potenzialità rispetto all’aumento dei suoi introiti e che un’iniziativa come l’azionariato popolare non possa che essere fonte di nuovi guadagni e di nuove entrate per rendere la società ancora più competitiva sotto l’aspetto finanziario”.
     

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