Costa d'Avorio, il ministro dello sport: 'Sogno Ancelotti ct, con lui vinceremmo il Mondiale. All'Italia mancano gli africani'
Claude Paulin Danho, ministro dello sport della Costa d'Avorio, ha concesso un'intervista a La Repubblica. Svelando piani e progetti della federcalcio africana - che nel 2024 organizzerà la Coppa d'Africa - anche in merito al possibile prossimo ct: "Se Carlo Ancelotti vorrà venire da noi quando avrà finito col Real Madrid, lui che in passato disse di volere allenare la nostra Nazionale della Costa d'Avorio, lo accoglieremmo a braccia aperte. Il calcio italiano resta per noi un grande punto di riferimento. Con i nostri talenti e con un allenatore di genio come lui, sono sicuro che potremmo vincere la Coppa del mondo".
Sulla fuga di talenti locali in Europa, molti dei quali in Italia: "I campionati, nella maggior parte dei Paesi africani, non sono ancora di alto livello. Questo significa che i migliori giocatori, per dare una svolta alla loro carriera, sono costretti a venire in Europa. E sono i loro club a proporli ai club europei, perché il nostro campionato non è ancora di alto livello, non produce ancora abbastanza denaro per pagare bene i giocatori. Perciò, quando un giocatore è promettente, il club preferisce venderlo, offrirlo a un club europeo, perché questo permette al club di avere risorse per vivere e anche per fare sviluppo e reclutamento".
Sulla crisi del calcio italiano: "L'Italia sta invecchiando e non ha avuto molte mescolanze etniche. La forza delle squadre, in Inghilterra e in Francia in particolare, sta nel fatto che hanno integrato un sacco di giocatori di origine africana. Hanno integrato molti talenti provenienti da altri Paesi e questo ha permesso il rafforzamento delle rispettive squadre nazionali. Non è il caso dell'Italia, che è rimasta abbastanza chiusa, a parte negli anni scorsi il caso di Mario Balotelli, che è di origine ghanese".
Sulla fuga di talenti locali in Europa, molti dei quali in Italia: "I campionati, nella maggior parte dei Paesi africani, non sono ancora di alto livello. Questo significa che i migliori giocatori, per dare una svolta alla loro carriera, sono costretti a venire in Europa. E sono i loro club a proporli ai club europei, perché il nostro campionato non è ancora di alto livello, non produce ancora abbastanza denaro per pagare bene i giocatori. Perciò, quando un giocatore è promettente, il club preferisce venderlo, offrirlo a un club europeo, perché questo permette al club di avere risorse per vivere e anche per fare sviluppo e reclutamento".
Sulla crisi del calcio italiano: "L'Italia sta invecchiando e non ha avuto molte mescolanze etniche. La forza delle squadre, in Inghilterra e in Francia in particolare, sta nel fatto che hanno integrato un sacco di giocatori di origine africana. Hanno integrato molti talenti provenienti da altri Paesi e questo ha permesso il rafforzamento delle rispettive squadre nazionali. Non è il caso dell'Italia, che è rimasta abbastanza chiusa, a parte negli anni scorsi il caso di Mario Balotelli, che è di origine ghanese".