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'Così è stato disinnescato il coronavirus': ecco come dalle autopsie è arrivata la strada per la cura
Dottor Gianatti, finiti i nuovi arrivi in terapia intensiva?
"Effettivamente i riscontri diagnostici legati alla pandemia sono in esaurimento. Gli ultimi decessi si riferiscono a una coda di lungodegenti della rianimazione".
Che cosa ha potuto osservare finora?
"L’organo maggiormente coinvolto è il polmone, proprio perché il virus, per caratteristiche biologiche sue proprie, restituisce dati istologici di alterazione cui corrispondono i quadri di insufficienza respiratoria acuta, frequente causa del decesso. Oltre ai polmoni il virus si accanisce sul cuore, nei soggetti cardiopatici. La tendenza alla tromboembolia è stata documentata da grosse ostruzioni dell’arteria polmonare, piccole occlusioni disseminate in vene e arterie periferiche. Questo virus colpisce anche fegato e rene, in maniera meno rilevante. Come causa di morte nei Covid abbiamo trovato trombi estesi anche a livello della sezione destra del cuore".
Come vi siete avvicinati alla cura?
"Questa è stata la parte più coinvolgente, in seguito all’esplosione della pandemia ci siamo resi conto che mancava qualche tassello. Ai primi di marzo si è deciso di studiare l’anatomia patologica, confrontandosi poi in riunioni collegiali tra specialisti di tutte le estrazioni durante il picco tra marzo e aprile. Da qui è partita l’idea di intervenire sulla coagulazione a livello empirico, con eparina, dopo aver visto il quadro tromboembolico, e usare il cortisone nella virata infiammatoria vascolare".
Esaminando tutti quei reperti infetti avete salvato la vita a un numero incalcolabile di persone, e dato un colpo di grazia all’epidemia. Chi ve l’ha fatto fare di rischiare la pelle? "Dovevi essere a Bergamo in quel periodo, sembravamo sotto un uragano. Era decisivo capire perché si instaura questa tempesta di citochine. Gli ecografi faticano a visualizzare certe piccole lesioni,che sono visibili solo al microscopio, e il compito toccava a noi".
Si è esaurita la casistica da studiare?
"Di fatto sì, l’afflusso in camera mortuaria si è ridotto tantissimo".
Le vittime di questi giorni sono degenti che avevano riportato danni permanenti nei mesi scorsi. Che cosa abbiamo davanti?
"L’epidemia dal punto di vista dell’anatomopatologo è sotto controllo, meglio cosi. Abbiamo avuto quadri istologicamente molto differenti. La malattia mantiene le sue caratteristiche, ma ora di casi gravi non ne vediamo più".