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'Così De Laurentiis è stato salvato da De Luca': tutti i documenti sul caso Juve Napoli
LA RICOSTRUZIONE - L’Espresso prova a fare ordine e pubblica in esclusiva tutti i documenti: poco prima, alle 17:40, il dottor Raffaele Canonico, medico sociale degli azzurri, aveva richiesto il parere definitivo dalle Asl di Napoli e dal vicecapo di gabinetto della Regione Campania, con il dubbio: "Si chiede se per le persone assoggettate a isolamento sussista l'obbligo di non allontanarsi dal luogo prescritto con divieto di qualsiasi contatto con soggetti terzi". Il vicecapo di gabinetto replica: “Per quanto di competenza, si comunica pertanto che i soggetti destinatari della nota Asl di data odierna sono tenuti a non allontanarsi dal domicilio indicato". Risposta rivolta dall'avvocato Bove alla società Napoli (De Laurentiis e i vertici) e all'Asl Napoli 1 e, in copia, all’assessore Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Regione Campania.
L'AMICIZIA TRA DE LAURENTIIS E DE LUCA - A quel punto la società di De Laurentiis invoca un’ulteriore precisazione delle aziende sanitarie locali: sia Asl Napoli 1 che Asl Napoli 2 ribadiscono l'obbligo di quarantena a Napoli, richiamandosi alla posizione del vicecapo di gabinetto Armelina Bove. Da lì i sospetti sull’acclarata amicizia fra il governatore De Luca e il patron De Laurentiis..
ASL NAPOLI E ASL TORINO: IL PARERE CONTRARIO - Nel frattempo la Juve, che sabato ha scoperto due positivi fra lo staff, manda una mail all’Asl di Torino, che replica, a firma del dottor Roberto Testi: "Rilevo che il protocollo Figc, cui le squadre aderiscono, è una parziale deroga, ancorché basata su attenta valutazione tecnico-scientifica, alla norma sull’isolamento fiduciario cui devono attenersi i contatti di caso Covid accertato. Ciò peraltro in analogia ad altre procedure che modificano la regola generale per particolari situazioni lavorative". Per la Asl di Torino Juventus-Napoli si poteva giocare, per la Regione Campania e le Asl di Napoli no.