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Cosa succederà agli scommettitori? Ecco quel che prevedono Codice penale e Giustizia sportiva
Partiamo da un presupposto: non si tratta di calcioscommesse, non ci sono partite truccate, non si muoveranno le Procure. Almeno non se non emergeranno ulteriori novità sulla natura delle infrazioni. Per ora si parla semplicemente, per così dire, di gioco d'azzardo su piattaforme illegali, praticato da sportivi sul loro sport. Il codice penale prevede di punire queste illegalità (da parte dei semplici fruitori) con delle contravvenzioni che per un calciatore sono considerabili di lieve entità. Gli indagati possono essere riconosciuti come fruitori oppure organizzatori, con quest'ultima posizione che aggraverebbe la pena: reclusione da tre a sei anni e multa da 20.000 a 50.000 euro. Non sembra questo il caso dei calciatori oggi alla ribalta. Diverso il discorso da fare per quel che riguarda la Giustizia sportiva, che prevede non meno di tre anni di squalifica per chi sgarra. Inoltre, i club, una volta acclarata la loro estraneità alle vicende, possono pretendere una rivalsa sui giocatori, congelando lo stipendio o addirittura arrivando alla rescissione del contratto. Siamo nel campo della possibilità, per adesso tutti sono in attesa dello svolgimento delle indagini via via che i nomi emergeranno.
L'Art. 24 del codice di Giustizia sportiva recita: “è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA. La violazione del divieto comporta per i soggetti dell'ordinamento federale, per i dirigenti, per i soci e per i dirigenti delle società la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.000”.