Pioli 'alla Gasperini', il doppio trequarti e l'abitudine: cosa sta succedendo alla fase difensiva del Milan
IL GOL DI MIRANCHUK - Se del gol di Miranchuk guardassimo solo una parte, ossia attraverso quale incrocio di gambe è passato il pallone prima di finire in rete, potremmo liquidarlo facilmente con un ossimoro: un golletto pesante. Invece nasce da una dinamica che, con le variazioni del caso, sta diventando ricorrente. Bergomi ad esempio sostiene che il Milan soffre i due trequarti delle squadre che giocano il 3-4-2-1. In sostanza, quando deve difendere contro questo sistema si complica la vita e va in difficoltà. Ma non limiterei il problema a una contrapposizione rigida. In generale, il Milan sta subendo più gol dagli inserimenti degli avversari.
LA MADRE DI TUTTI… - La madre simbolica di tutti questi casi che stanno occorrendo, potremmo rintracciarla nel derby, anche se il Milan questo derby l’ha vinto.
Qui sopra non c’entra solo il ritardo netto di De Ketelaere sull’inserimento a sorpresa di Brozovic (preparato tuttavia certamente da Inzaghi, vedi l’azione del terzo gol nel derby di Coppa del 19 aprile, quando Brozovic ebbe un’idea simile prima di passarla a Gosens). C’è da affrontare anche il tema dei centrali rossoneri, che col loro atteggiamento iper-impulsivo (promosso da Pioli ma non sempre sotto controllo), a volte spalancano voragini a volte si annodano tra loro. Tomori in questo caso, mentre Kalulu cerca di non far girare Lautaro, passa addirittura dall’altra parte, di fatto aprendo l’autostrada a Brozovic. Quindi c’è un errore davanti e un errore dietro all’inserimento del croato.
Oppure Sampdoria-Milan, la rete di Djuricic. Guardate chi segue chi e com’è messa in questo preciso momento la difesa del Milan.
Ok, Pioli non è Sarri, i suoi principi difensivi sono diversi e assomigliano di più a quelli di Gasperini. Solo che qui il riferimento all’uomo che gli è caro dura fino a mezzogiorno. Infatti Calabria che dovrebbe seguire Djuricic fino al primo palo sull’apertura di Caputo per Augello, poi lo molla per mettersi in traiettoria. Djuricic perciò, senza marcatura vera e propria salta e segna di testa. Ripeto: Djuricic che segna di testa… Vedete gli interpreti rossoneri sul limite dell’area piccola? I due centrali evidenziati in rosso.
Il problema non è tanto l’idea di fondo, ma l’attenzione intermittente del collettivo nel praticarla. Poi ci sono gli eccessi.
GLI ECCESSI - Prendiamo l’azione del gol di Simeone in Milan-Napoli, peraltro decisivo in quello scontro diretto. Se anche qui si guarda solo la parte finale della situazione, cioè il cross di Mario Rui e lo stacco di testa del Cholito, si fa presto a dar la colpa a Tomori. Ma dell’intemperanza tattica del pur forte Kalulu non sarebbe meglio parlare?
Ciò che piace a Pioli di Kalulu rischia anche di essere il suo limite. Vediamo insieme: Simeone ha appena controllato un cross di Di Lorenzo in area, spalle alla porta. Kalulu lo spinge lontano dal pericolo e fa bene.
Poi però eccede, esagera a inseguirlo quando potrebbe consegnarlo benissimo a uno dei due centrocampisti rossoneri. Senza “andare in giro per il campo”, come direbbe Allegri. Kalulu sta infatti lasciando un buco sul centrodestra della difesa.
Un buco su cui non può certamente stringere troppo Dest, dato che da quella parte c’è Kvara. Ed ecco che quando il pallone giunge a Mario Rui, aperto dallo stesso Simeone pressato da Kalulu, il povero Tomori si trova in croce, con un’inferiorità numerica lungo l’asse centrale che lo fa tentennare fra Zielinski e Simeone, mollato arbitrariamente da Kalulu proprio per andare a coprire quel buco là. Insomma, nella confusione fra marcatura a uomo e a zona gli avversari colpiscono.
E IN CHAMPIONS? - Anche senza citare le sconfitte col Chelsea in Champions League (pensate solo al gol annullato a Mount a Stamford Bridge, nato anche quello da un inserimento simile a quelli che stiamo analizzando, oppure la rete di Aubameyang a Milano…), potrebbe bastare come caso esemplare il gol di Orsic in Milan-Dinamo Zagabria.
Troviamo infatti entrambe le questioni: da un lato un raddoppio eccessivo di Tomori, quando sarebbe stato sufficiente il solo Kalulu a contenere Petkovic di spalle, dall’altro l’inserimento di Orsic a cercare proprio quella falla generatasi nel cuore della difesa rossonera.