Corvino: 'Ecco la Fiorentina che sogno...'
Ecco l'intervista di Riccardo Galli, de "La Nazione", a Pantaleo Corvino sul settore giovanile viola:
Corvino, che effetto le fa sentirsi il ‘papà’ di tanti ex ragazzi che adesso si divertono a giocare in serie A?
«E’ una bella sensazione. E’ la soddisfazione più importante per chi come me, da sempre, ha costruito il suo lavoro puntando sui ragazzi».
Lei, insomma, ricorda bene quando i vari Miccoli, Ledesma, Bojinov o Pellè si divertivano a sognare di diventare campioni...
«Altro che se lo ricordo».
Andiamo subito al sodo: nell’attuale vivaio viola ha già identificato qualche numero uno per il domani della Fiorentina?
«Sto e stiamo lavorando per questo. Avere un settore giovanile che rifornisca giocatori alla prima squadra è il mio obiettivo e quello della mia società. Il futuro del calcio deve per forza passare da questo. Anche e soprattutto per ragioni di bilancio».
Il sogno di Corvino è...
«Avere, un giorno, una squadra composta solo da ragazzi cresciuti nel mio vivaio».
La realtà, invece, che cosa le suggerisce?
«Che nel giro di tre, quattro stagioni nella squadra maggiore ci saranno almeno quattro, forse cinque, ragazzi che oggi sono ancora dei bimbi».
L’arrivo di Babacar in prima squadra è il primo risultato importante?
«La scelta di promuovere il giocatore al ruolo di vice-Gilardino deve essere letta in quest’ottica. E ne sono orgoglioso e soddisfatto».
Da Casarano a Lecce: quanto contano i successi che le sue giovanili hanno conquistato a livello nazionale?
«Gli scudetti Primavera come la coppa Italia o la Supercoppa sono risultati che fanno piacere, che danno visibilità al tuo lavoro. Comunque vincere un titolo con le giovanili è bello e importante, ma ciò che conta di più, lo ripeto, è ‘costruire’ giocatori in grado di fare bene in serie B o in serie A».
E’ vero che le fa piacere quando qualcuno, parlando di giovani, si lascia sfuggire la definizione di modello-Corvino?
«Il modello-Corvino è quello che da qualche anno sto realizzando qui a Firenze».
Proviamo a scoprirlo: qual è il segreto per farlo funzionare?
«Gestire undici squadre giovanili, dai Pulcini alla Primavera, passando per Allievi e Giovanissimi, ti obbliga a creare una struttura che non può permettersi inciampi. Così ho diviso il lavoro in cinque diverse aree: tecnica, fisica, logistico/organizzativa, sanitaria e reclutamento. Ognuno di questi settori ha un suo responsabile che ogni settimana si relaziona con me».
Indicazioni, problemi, soluzioni: tutto deve passare dalla sua scrivania?
«E’ così».
E magari, da Corvino arrivano anche i genitori che vogliono parlare del loro figlio...
«Mi sembra normale avere un rapporto diretto con le famiglie. I ragazzi di un settore giovanile sono quasi tutti minorenni e il contatto con i genitori rientra fra le priorità del nostro lavoro di allenatori-insegnanti».
Corvino, come si fa a portare in viola un ragazzino che magari sta facendo bene in un campetto di periferia di chissà dove?
«Il nostro reclutamento funziona a cerchi concentrici. Prima guardiamo in... casa nostra, ovvero a Firenze. Poi diamo un’occhiata a quello che succede in provincia, quindi nella nostra regione e poi via via più lontano».
Comunque non deve essere difficile dire a un baby calciatore e naturalmente alla famiglia: ciao, viene a giocare da noi che siamo la Fiorentina...
«No, le cose non funzionano così. Quando un osservatore ci indica qualche ragazzino in gamba, noi lo convochiamo per uno stage. Ed è in questa occasione che valutiamo bene che cosa si può fare o meno nei suoi confronti».
Esiste una concorrenza di mercato anche in questi casi?
«Se uno è bravo naturalmente piace alla Fiorentina come agli altri club. Anche per questo è indispensabile avere un settore giovanile ben strutturato ed efficiente. Proprio come il nostro».