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    I tre sacrifici della Fiorentina

    I tre sacrifici della Fiorentina

    • Claudio Masini
    Che in casa Fiorentina si debba fare di necessità virtù, è cosa nota. D’altronde il vertice societario è sì facoltoso ma non ha certo la voglia di rovinarsi o fare il classico passo più lungo della gamba, il che conduce il mercato viola su dei binari molto “quadrati” e parsimoniosi e non certo sulla via delle spese folli degli sceicchi o dei cinesi. Pantaleo Corvino questo lo sa bene e lo ha valutato prima di accettare la sua seconda reggenza a Firenze, un approdo sicuramente più complesso rispetto a quello del 2005, quando di soldi da spendere sul mercato ne aveva eccome. Adesso invece il budget va creato, non tanto magari quello per le operazioni di prospettiva (come quelle di Dragowski e Diks), quanto per i colpi di una certa rilevanza. E l’unico modo per costruirsi il cosiddetto “tesoretto” è quello di cedere qualche pezzo importante della rosa: una scelta magari dolorosa ma che tenga conto di vari fattori, tra cui l’età, la posizione in campo, le prospettive di crescita e così via. Parametri, per intendersi, che lasciano fuori dalla rosa dei sacrificabili, almeno per quest’anno, sia Vecino che Bernardeschi, entrambi in rampa di lancio. L’orientamento di Corvino invece dovrebbe puntare il mirino su tre calciatori in particolare, tra i quali scegliere il candidato al sacrifico sull’altare del budget.
     
    ILICIC -  Forse il più indicato, per età, rendimento dell’ultima stagione e collocazione tattica. Paulo Sousa sembra voler passare al 4-3-3 e per lo sloveno adattarsi nel tridente sarebbe complicato. I suoi 15 gol (13 in campionato più 2 in Europa League) dell’anno scorso hanno attirato sicuramente molte occhiate, dalla Premier ad esempio dove il Leicester sembrava molto interessato a lui, ma anche dalla Bundesliga perché il Borussia Dortmund deve sostituire Mkhitaryan. Da lui la Fiorentina potrebbe e vorrebbe ricavare una cifra intorno ai 15 milioni di euro, che aprirebbero la strada ad un potere di spesa più alto per i dirigenti viola.
     
    BADELJ - Situazione delicata per il croato, del quale Sousa non vorrebbe assolutamente privarsi vista l’importanza tattica dimostrata anche agli ultimi Europei con la sua nazionale. A creare problemi in questo caso è stato l’agente di Badelj, Joksimovic, che ha più volte agitato le acque minacciando un addio in questa sessione di mercato o comunque il mancato rinnovo del contratto, che di fatto obbligherebbe la Fiorentina a considerare una sua cessione. L’entourage poi non si è limitato a sbandierare tali intenzioni ma ha anche fatto il prezzo: 10 milioni, una cifra che però la società viola vorrebbe incrementare. Gli interessi, anche dall’Italia, per Badelj non mancano.
     
    BABACAR - Sarebbe la cessione più dolorosa poiché il senegalese rappresenta un frutto del settore giovanile gigliato e, oltre all’attaccamento inevitabile a Firenze, ha dalla sua anche il jolly del regolamento per cui rientra nella lista dei quattro nati nel vivaio. Dall’altro lato però c’è la voglia da parte sua di trovare maggiore spazio ed un rapporto non proprio idilliaco con Paulo Sousa, che nella passata stagione l’aveva lanciato nei primi mesi per poi dimenticarlo cammin facendo. La Premier, alle voci di Crystal Palace e Sunderland, ma anche il Sassuolo: sono i club accostati a Babacar da cui la Fiorentina vorrebbe ricavare tra i 12 e i 13 milioni. E sarebbe una plusvalenza tutta targata Corvino, dato che fu lui a portarlo a Firenze nel 2007.
     

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