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Corteggiato dal Milan, Dani Olmo si racconta: 'Al Lipsia per Nagelsmann. Futuro? La Serie A mi piace...'
GLI IDOLI - “Diego Forlan, portavo i capelli lunghi come i suoi”.
IL BARCELLONA - “Mi ha lasciato tantissimo. Così come tantissimo ho imparato alla Dinamo, la mia prima squadra da professionista. Al Barcellona giocavo da esterno d’attacco, potevo puntare la porta per cercare il gol. Quando arrivai alla Dinamo mi dissero: sì, sulla fascia sei molto bravo, ma se ti sposti verso il centro del campo, se ti muovi da mezzapunta e impari a trovare gli spazi come un vero dieci, puoi diventare uno dei migliori. In Croazia mi sono completato anche a livello mentale. A Barcellona ero un bambino, a Zagabria un giovane uomo: è chiaro che lì sono cresciuto anche nel modo di vivere la professione. Ma la ma forza è sempre stata quella di assorbire e non dimenticare gli insegnamenti ricevuti, da qualsiasi parte provenissero”.
IL LIPSIA - “Naglesmann è stato decisivo nella mia decisione di venire qui. Mi ha spiegato come mi avrebbe impiegato e mi ha convinto. Sono un giocatore che può essere impiegato in posizioni diverse, anche se la mia preferita è tra le linee con un punto di riferimento, un centravanti, davanti. E il sistema di gioco del Lipsia, questo muoversi con ordine dentro al disordine - vuol dire che in campo ci scambiamo continuamente le posizioni mantenendo una precisa identità - è per me ideale”.
LE IDEE - “Ho sempre saputo cosa fare, fin da piccolo. Sono felice del mio cammino ma so che sono solo al principio. Oggi ho un contratto con il Lipsia fino al 2024, il futuro a cui pensare è solo quello prossimo, con club e nazionale spagnola. L’Italia? E’ un calcio che mi piace, sempre all’avanguardia e con grandi club. Me gusta, sì”.
