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  • Corsi, in piedi sulla balaustra

    Corsi, in piedi sulla balaustra

    • Leonardo Corsi, procuratore

     

     

     

    Forse per via di questa passionaccia viola che scorre  dentro le vene; dal tempo di Edmundo, Rui Costa e Batistuta non si vedeva una partenza tanto avvincente. 

    Correva la stagione 98-99, il calcio non era ancora la mia professione, il mondo si fermava quando giocava la Fiorentina. Il più forte centravanti, un sublime regista, un artista pazzo. Vittorio in piedi sulla balaustra. Tutto sembrava possibile. Come si fa a non essere romantici!

    Il buon vecchio catenaccio del Trap, la caviglia del Bati, il carnevale di Rio….. delizie e dolori….. inevitabilmente.

     

    Sampdoria, Chievo, Roma, Sassuolo, l'Inter quasi da intrusa, e lassù, in vetta, la Fiorentina di Sousa.

    Utopistico al tempo di Moggiopoli anche solo immaginarlo, tanto per sottolineare come andavano le cose con la cd "sudditanza".

    Si lo so è presto per tracciare bilanci ma come si può frenare l'impulso col cuore che batte all'impazzata ?! Batte davanti ad una prestazione che lascia basiti.

    D’accordo, l’espulsione di Miranda (sullo 0-3), la giornataccia di Handanovic (colpa dei palloni se non ne blocca mai uno?!), le assenze di Murillo e Jovetic. Mettiamoci pure il disastro tattico del Mancio, lui sì, “ciuffo” più sopravvalutato del vecchio continente. Ma quella era la Scala del calcio, al cospetto di un Inter fino a quel momento granitica, capolista imbattuta. Dei nerazzurri di ieri salvo soltanto Icardi, un pesce di nome Wanda tra i primi cinque/sei numeri nove in circolazione. Pur sempre. Non salvo il picchiatore Melo secondo “in classifica” tra i sopravvalutati.

    No, non è solo un fatto di numeri, sebbene senza quelli cada qualsiasi ragionamento.

    Pressing alto, intensità e possesso: mentalità da grande.

    Sembrava una di quelle squadre straniere che non ti fanno respirare, aggressiva, arrembante. Giocatori che si trovano ad occhi chiusi, tasso tecnico elevatissimo, soluzioni mai banali. Verticalizzazioni, velocità e precisione nella circolazione di palla. Un capolavoro di Sousa, l’inter presa a pallate. Inutile parlare di singoli, qui c’è la forza del gruppo...ma quel Kalinic.

    Guai però a dare l’Inter in crisi. La squadra c’è, è solida, ha corsa e qualità. Buone individualità, un attaccante implacabile. Tuttavia non esprime un buon gioco e i troppi risultati striminziti stanno lì a testimoniarlo.

    Lecito o illecito che sia mi arrampico su quella balaustra e intanto sogno…

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