Calciomercato.com

  • Getty Images
    Corini vs Zamparini: 'Palermo come Hiroshima, fallirebbe anche Guardiola'

    Corini vs Zamparini: 'Palermo come Hiroshima, fallirebbe anche Guardiola'

    Eugenio Corini non ci sta. Il tecnico del Palermo ha parlato alla vigilia della gara contro il Sassuolo, che potrebbe essere decisiva per la sua permanenza in Sicilia, commentando anche le voci che riguardano il suo possibile esonero: "Ho pensato al rischio esonero, ci sono critiche soggettive e oggettive, ma non accetto critiche strumentali autolesioniste. Oggettivamente non mi aspettavo di essere messo in discussione perché ci sono stati miglioramenti. Poi non so perché non sia stato esonerato ma ci ho pensato anch’io a fare delle scelte. Quando scegli questo mestiere sai di poter andare via anche dopo una partita. Ho sempre pensato che senza un principio è complicato ripartire. Per quanto accaduto forse era giusto andare a casa. Poi ho pensato a chi lavora qui e a chi ama il Palermo. Mi è arrivato il pieno sostegno della città e ho preferito continuare".

    SU ZAMPARINI - "Voglio parlare da tifoso, da persona che ama il Palermo. Se non si esce dal limbo diventa complicato giudicare un progetto, anche con Guardiola o Mourinho. Non voglio essere strumentalizzato. Sono sempre me stesso quando parlo, ma non capisco l’utilità di creare un disagio. Ho preso una squadra col morale sotto i tacchi, dopo Firenze era complicato fare anche solo un passaggio da quattro metri. Non si può dire che in ogni partita si rischia di andare a casa. La dialettica interna è fondamentale. Senza uscire da questo limbo non conta niente, I giocatori mi seguono e la gente apprezza lo sforzo. È vero, faremo di tutto per fare risultato perché lo meritano i tifosi e i ragazzi. Ma se non è apprezzabile vederne ventimila allo stadio dopo sette sconfitte di fila, allora cosa lo è? Io resterei qui vent’anni, anche mettendomi in discussione, ma con una dialettica stabile. Io rimango qua, ma ogni partita a Palermo è una bomba atomica. Mica ci possiamo chiedere cosa succede ogni tre minuti, qui è sempre Hiroshima. Sono stati fatti sei punti in dodici partite e da quando sono venuto ci sono stati punti e miglioramenti significativi. Se non si capisce da dove siamo partiti tutto diventa difficile". 

    SUL MERCATO - "Ha qualità, ma ha anche caratteristiche che avevamo già in rosa. La nostra esigenza era sostituire Rajkovic, poi a centrocampo Bouy è andato via e Hiljemark è sul mercato. Queste erano le esigenze. Col presidente ho parlato ieri sera dello sviluppo del mercato, poi c’è uno scambio continuo con Simic. C’erano delle esigenze dopo la partita col Pescara e non sono state soddisfatte. Se arriva qualcuno, deve arrivare uno che migliori la situazione. Rajkovic e Hiljemark sarebbero due titolari, qui serve gente che aumenti il tasso qualitativo e di esperienza. Con la società si parla, ma non faccio io le trattative".

    SUI RAPPORTI COL PRESIDENTE - "Col presidente ieri i toni erano sereni, ma capita anche di non avere le stesse vedute. Non puoi smettere di credere in un obiettivo con così tante partite. Solo la matematica può condannarci. Guardate quante partite sono finite 4-3 partendo dal 3-1 come accaduto a noi a Genova. Se non ci credi, quella partita finisce 6-1, non possiamo arrenderci".

    SU NESTOROVSKI - "Nestorovski è importante, si allena veramente forte. Ha un calo psicofisico, ora bisogna crescere. Sicuramente è anche stanco, adesso sta crescendo e conto molto su di lui".

    SU QUAISON -  "Quaison è un titolare. Mi aspetto che continui a dare il proprio contributo qui".

    Altre Notizie