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    Coppa Italia all'Inter: premio per Leo. Onore al grande Palermo di Delio, non a Zamparini

    Coppa Italia all'Inter: premio per Leo. Onore al grande Palermo di Delio, non a Zamparini

    di Xavier Jacobelli
    direttore Quotidiano.net

    La Coppa Italia riconquistata dall'Inter è il premio meritato al lavoro di Leonardo, secondo in campionato e capace di vincere il primo trofeo della sua fresca carriera di allenatore. La finale di Roma è stata avvincente e combattuta. La prova del Palermo è stata maiuscola, ma, a fare la differenza sono stati il gigantesco Eto'o (37 gol nelle gare ufficiali disputate in questa stagione con la maglia nerazzurra), Julio Cesar, Sneijder e Lucio su tutti. Leonardo è stato bravo a gestire tatticamente la gara, azzeccando i cambi e confidando nelle prove stoiche dell'olandese e di Ranocchia, scesi in campo in precarie condizioni fisiche.

    La fragilità difensiva dei rosanero, acuita dall'assenza dello squalificato Bovo e dall'infortunio di Goian, ha vanificato l'orgoglio e l'abnegazione della squadra di Delio Rossi, un allenatore così bravo che soltanto Zamparini può licenziare di nuovo, dopo il macroscopico errore commesso durante la stagione quando lo sostituì con Cosmi, salvo richiamarlo dopo sei disgraziate partite.

    La direzione di Morganti è stata disastrosa: ha negato un rigore al Palermo, ha ingiustamente espulso Munoz, ha convalidato il gol siciliano palesemente irregolare perché il pallone che ha servito lo stesso Munoz era uscito fuori campo. Grazie a Dio, si è trattato dell'ultimo show di Morganti, la cui stagione è risultata pessima: il direttore di gara verrà collocato a riposo.

    Ciò detto, le polemiche quanto scriteriate dichiarazioni di Zamparini dopo la sconfitta, confermano ancora una volta che il calcio italiano deve crescere e molto, a livello dei suoi dirigenti quanto a capacità di accettare il verdetto del campo, riconoscere i meriti degli avversari, imparare a vincere e a perdere. Mentre i 40 mila tifosi palermitani presenti all'Olimpico, hanno dato una straordinaria dimostrazione di civiltà e di entusiasmo, così come i sostenitori interisti; mentre i giocatori sono stati campioni di fair-play e di correttezza e su, tutti, ancora una volta si è stagliata la figura di Eto'o, andato sotto la curva siciliana ad applaudire i tifosi avversari e venendo da loro applaudito, Zamparini ha detto peste e corna dell'Inter, di Moratti e della sua gente, tacciandoli pubblicamente di essere dei ladri. Zamparini ha sbagliato ancora una volta e continua a non capire la gravità dei suoi errori.

    Anziché sputare veleno addosso all'Inter, il presidente del Palermo sarebbe dovuto scendere in campo per ringraziare i suoi fantastici tifosi e per consolare l'applauditissimo Delio Rossi, il cui pianto irrefrenabile è la dimostrazione di che cosa significhi amare il calcio, onorare la propria società e il proprio pubblico. "Avremmo voluto regalare alla nostra gente qualcosa più grande di noi", ha sussurrato il tecnico dopo la sconfitta. Ma grandi, Rossi e il Palermo, lo sono stati comunque.


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