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    Conti: 'Milan in Champions, ero juventino e mi voleva l'Inter'

    Conti: 'Milan in Champions, ero juventino e mi voleva l'Inter'

    Andrea Conti è ottimista. Il terzino destro del Milan, ancora ai box per infortunio dopo l'operazione al ginocchio di due mesi fa, ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "I primi 15 giorni dopo l'operazione sono stati molto difficili. Mi chiedevano riposo, io passavo dal letto al divano, poi la notte non dormivo. Ho provato il dolore maggiore nei primi tre minuti. C'è stato un passaggio in profondità, io ho provato a intercettarlo e ho avuto la sensazione che il ginocchio uscisse e rientrasse, molto veloce. Un dolore incredibile, poi mi è passato anche se per 15 giorni ho fatto colazione con l'antidolorifico per il male alla coscia. Mi hanno preso il tendine da lì, era come avere uno strappo". 

    "La mia giornata tipo? Vado a Milanello al mattino: dalle 9.30 sono sul lettino. Poi alterniamo il lavoro con i pesi sulla forza al lavoro metabolico, con cyclette o vogatore. Ho imparato che il riposo conta tanto, quindi al pomeriggio metto il ghiaccio e basta. Restano ore per la PlayStation? Lasciamo stare. Non ho ancora la connessione: niente PlayStation e niente Netflix". 
    "Una stima sul ritorno in campo? Mi hanno detto che tornerò a marzo, ma dipende da come reagirà il ginocchio.
    Qualche giorno fa ho corricchiato, è stata una liberazione, anche se dopo 5 minuti non ce la facevo più. Con la palla ancora niente, giusto qualche palleggio. Ancora capace? Mah, non è che fossi un fenomeno anche prima...". 

    "Io ho sempre avuto la sensazione di essere un ragazzo forte, prima dell'operazione ho capito che è vero. Certo, mi manca il campo: a 23 anni capisci che giocare è la cosa più bella. Per il resto, sono sempre io. Testardo, tranquillo, spero umile, legato alle nipotine e alla famiglia. È una famiglia bianconera e anche io da piccolo ero juventino, non mi vergogno. Ora tifiamo tutti Milan, anche se ho un bassotto che si chiama Arturo per Vidal". 

    "Nel 2006 ero a Pinarella di Cervia. Il rigore di Grosso e poi via, a festeggiare. Bellissimo, ero lì con mio fratello, in colonia". 
    "Io ero sicurissimo che ci saremmo qualificati. Sicuro sicuro sicuro. Si parla di frizioni tra squadra e allenatore ma io, per le poche volte che ho fatto parte del gruppo, non ho visto problemi. Erano tutti amici". 
    "Il calcio italiano non è disastroso? Siamo forti, un'ottima squadra con ottimi giovani. Romagnoli, Rugani, Donnarumma, Caldara, Spinazzola, Gagliardini, Bernardeschi, Chiesa. Poi Belotti, Immobile e Verratti. C'è tanto per ripartire". 

    "Servono le squadre B? Non lo so, però so che i giovani devono giocare, fare esperienza sbagliando. Io sono andato in Lega Pro, ora mi chiedo: che senso ha passare dalla Primavera alla Serie A per fare panchina?". 
    "In quei mesi pochi credevano in Conti, Di Biagio era uno di loro? È stato forse il primo. All'inizio all'Atalanta non giocavo, ma lui mi convocava. Anche dopo l'Europeo Under 21, cinque mesi fa, l'ho chiamato per ringraziarlo". 
    "Di Biagio traghettatore, buona idea? Con i giovani ci sa fare. Per me sarebbe perfetto, ma aspettiamo e vediamo che decide la Federazione". 

    "A proposito di calcio giovanile, com'è stato quel provino da ragazzino al Milan? Giocavo a Valmadrera, mi hanno contattato Inter, Milan e Atalanta. Ho fatto subito il provino con il Milan ma non mi piacevano l'ambiente, le persone. Mio papà ha scelto l'Atalanta ed è andata bene. Mi hanno seguito come uomo prima che calciatore, a Bergamo chiedono anche le pagelle, cercano i giocatori negli oratori". 

    "Tanti anni dopo, il Milan vero con un volo privato da Ibiza? Ero appena arrivato al mare, stavo ritirando i bagagli e mi hanno chiamato: 'Devi tornare'. Qui ho trovato un grande club con grandissima organizzazione. Si è scritto della concorrenza di Napoli, Chelsea e Inter? Il mio agente mi ha detto qualcosa sul Napoli, con il Chelsea c'è stato qualcosa ma la vera alternativa era l'Inter. L'interesse del Milan è stato nettamente maggiore e ho deciso: mi piaceva l'idea del nuovo ciclo". 

    "Come finirà la stagione? Il Milan verrà fuori, sicuro. Servirà tempo ma andremo in Champions League. Juve e Napoli sono davanti, l'Inter è molto preparata, poi ci sono Roma e Lazio. Ce la giochiamo con loro. E l'Atalanta? Magari non ripeterà il quarto posto, però farà un ottimo campionato. A Gasperini sarò grato a vita. Mai lavorato come con lui: dopo l'allenamento dovevo dormire un'ora... Domenica sera ci sarà Inter-Atalanta, fratelli contro: tifo per Caldara o per Gagliardini? Per Caldara, ovviamente". 
     

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