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    Conti e plusvalenze, Gasp smemorato di Grugliasco: Atalanta 'banca' Juve e 'soccorso' Inter

    Conti e plusvalenze, Gasp smemorato di Grugliasco: Atalanta 'banca' Juve e 'soccorso' Inter

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Alla vigilia della gara di Napoli il tecnico atalantino Gian Piero Gasperini ha deciso di recitare il ruolo da indignato speciale. E per una volta l'oggetto dei suoi malumori non è stata la società bergamasca, che a più riprese durante la stagione è stata accusata di non avere rafforzato adeguatamente la squadra. No, in questa occasione il suo bersaglio sono state, genericamente, tutte quelle società che accumulano debiti, a differenza dell'Atalanta che è in attivo per centinaia di milioni di euro. E il senso del discorso è chiaro: non c'è equa competizione se non si parte da una condizione di base che veda tutte le società impegnate in gestioni economico-finanziarie virtuose. Perché altrimenti significa che chi vince lo fa sfruttando il debito e a scapito di chi tiene i conti in ordine. Ragionamento che in linea di principio non fa una grinza e al quale noi di Calciomercato.com non possiamo non allinearci.

    E però ci sarebbe un però. Abbastanza rilevante, se si guarda a tutti i vizi gestionali e economico-finanziari che caratterizzano il nostro calcio. E che ne fanno un'industria che vive perennemente al di sopra delle proprie possibilità, fra debiti esorbitanti, plusvalenze di dubbia legittimità, valutazioni lunari assegnate ai diritti economici di calciatori e side letters che comportano impegni di spesa senza che se ne dia informazione nella redazione dei bilanci annuali d'esercizio. Rispetto a questa lista di condotte non esattamente virtuose, cosa dice Gasperini? È proprio sicuro di parlare dal pulpito più legittimo, o piuttosto sta rischiando di fare la figura dello smemorato di Grugliasco?

    Proviamo a dare qualche risposta partendo dall'ultimo elemento, che è proprio quello più attuale perché maggiormente chiacchierato nelle scorse settimane: le side letter che l'ex segretario juventino Maurizio Lombardo, secondo quanto emerge dalle indiscrezioni sugli interrogatori, portava sempre con sé. Verrebbe fuori che l'Atalanta “faceva da banca” per la Juventus, cioè una delle società indebitate che secondo il ragionamento di Gasperini farebbero concorrenza sleale all'Atalanta. Ovviamente va tutto quanto trattato al condizionale, dato che c'è in corso un'indagine della Procura della Repubblica di Torino e dunque bisognerà attendere gli eventuali sviluppi.

    Il fatto è che non ci sarebbe soltanto questo, fra i possibili elementi di incoerenza, nella dichiarazione dell'allenatore dell'Atalanta. Se infatti si va a aprire il vasto dossier delle plusvalenze incrociate, o delle valutazioni generose date a calciatori in entrata per ammortizzare quelle ancor più generose date ai calciatori in uscita, ecco che il club bergamasco piazza un curriculum invidiabile. Di molti fra questi affari abbiamo parlato su Calciomercato.com quando il tema plusvalenze era equiparato al terrapiattismo. C'è per esempio il dossier del “soccorso nerazzurro”, cioè i conguagli garantiti all'Inter a parziale contropartita di acquisizioni a prezzi molto elevati da parte della società milanese. Succede che l'Inter prende Alessandro Bastoni per 31 milioni di euro e Roberto Gagliardini per 22,5 milioni di euro. Fanno 52,5 milioni di euro, che però vengono parzialmente decurtati dei 6 milioni di euro per l'acquisizione di Fabio Eguelfi, dei 5 milioni di euro per l'acquisizione di Marco Carraro, dei 7 milioni di euro per l'acquisizione di Davide Bettella e degli 1,5 milioni di euro per l'acquisizione di Riccardo Burgio. In totale sono 19,5 milioni di euro, con ricche plusvalenze per il bilancio interista e un totale di presenze in maglia atalantina che per i magnifici quattro tocca quota 0. Non male anche gli intrecci con la Juventus, da cui a parziale conguaglio per la spesa di Dejan Kulusevski (35 milioni di euro più bonus) è stato acquisito Simone Muratore per un valore di 7 milioni di euro. E lasciando da parte l'intreccio da emicrania, sempre col club bianconero, relativamente ai trasferimenti di Romero e Demiral, così come il tourbillon di comproprietà per calciatori semisconosciuti come Luca Barlocco, Davide Cais e James Troisi, ci sarebbero anche i movimenti cosiddetti “minori”, con altre società del calcio italiano.

    Per esempio, Gasperini ha mai sentito parlare dello scambio alla pari per 1,5 milioni fra Atalanta e Pescara, relativo ai calciatori Denis Di Rocco e Gianluca Barba? O quello messo in piedi col Genoa di Enrico Preziosi, che portò all'intreccio fra Davide Brivio (direzione  Genoa) e la coppia formata da Alessio Girgi e Federico Capanna (direzione Atalanta) per un valore incrociato di 4 milioni di euro? O quello con l'immancabile Chievo, che per 1,2 milioni di euro cadauno portò Davide Savi da Bergamo a Verona e l'albanese-macedone Isnik Alimi da Verona a Bergamo? O quello con l'altrettanto immancabile Cesena che per 6 milioni di euro di valori incrociati portò Moussa Koné e Federico Varano in Romagna e Luca Valzania a Bergamo? Tutti movimenti che necessitano di una doverosa precisazione statistica: nessuno dei calciatori approdati all'Atalanta attraverso questi scambi ha mai vestito la maglia della squadra maggiore nerazzurra. Una volta approdati a Bergamo hanno intrapreso la serie dei trasferimenti in prestito che per alcuni fra loro è ancora in corso. Magari anche col beneplacito di Gasperini, che quando s'indigna forse è troppo preso dallo stato d'animo per avvedersi di tali minuzie.

    @pippoevai

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