Conte, umiltà e idee chiare: può rifare grande la Juve (se Marotta prende almeno 4 campioni)
Se la prima impressione è quella che vale, Antonio Conte ha cominciato con il piede giusto. Umiltà, determinazione e idee chiare hanno caratterizzato la sua prima conferenza-stampa in qualità di nuovo allenatore della Juve. Nessun proclama, nessuna parola tonitruante, nessuna concessione alll'apparenza, ma molta concretezza. Del resto, la cultura del lavoro e del sacrificio hanno sempre scandito la carriera di calciatore e di tecnico del quarantunenne signore di Lecce, già grande capitano bianconero.
Deschamps, Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Delneri: dopo Calciopoli, la Juve ha bruciato troppi allenatori e non può permettersi di sbagliare ancora. Conte non è né si sente una seconda scelta e fa bene: ogni momento è quello giusto quando ti chiama un club del calibro Juve. Conte ha afermato di non essere un integralista della tattica e quindi, anche se predilige il 4-2-4, è felice di avere Pirlo, di tenere Marchisio ed è pronto a sfruttare i giocatori a sua disposizione a seconda delle loro caratteristiche.
Come ha felicemente annotato Buffon, stamane a Coverciano, il nuovo tecnico è un personaggio carismatico, positivo e sa dove mettere le mani nell'ambiente Juve. L'entusiasmo è un suo punto di forza, l'orgoglio juventino pure e Dio solo sa quanto la società degli Agnelli abbia bisogno di restituire fiducia nel futuro ad una tifoseria che da cinque anni è stata costretta a nutrirsi soltanto di delusioni.
Ora, ciò che conta, è che Marotta, cioè Agnelli, cioè Elkann o viceversa, mettano Conte nella condizione di rifare grande la squadra più scudettata d'Italia. Per riuscirci, oltre a Pirlo, servono almeno altri 4 campioni. Quindi, la società deve investire con oculatezza pari all'onere economico. Perchè non è vero che, in questi anni, la Juve non abia speso. Il guaio, per la Juve è che ha speso troppo e male. Basta però con i comprimari: ne sono arrivati troppi. E' sufficiente pensare ai 15 nuovi acquisti della stagione che si è appena conclusa. Non ce n'è stato uno in grado di cambiare il destino di una squadra brutta e senz'anima.
Conte ha davanti a sè un compito arduo. Merita ogni incoraggiamento. E' tornato alla Juve perchè se l'è guadagnata sul campo. Adesso, l'importante è che non sia lasciato solo dalla società. Delneri è stato il parafulmine e ha pagato per tutti. La Juve lo sa.