Conte, Strama, Zeman, Immobile e il 17: Pescara, è un Pettinari mai visto
SULLE ORME DI IMMOBILE - In principio fu Ciro, poi diventato grande. Dopo le delusioni di Siena e Grosseto, Immobile si rilancia in Abruzzo: 28 gol in 37 partite, una luce nel fumo del boemo, poi il salto. Genoa, Torino, Borussia Dortmund, Siviglia e ora Lazio, dove si è ripreso, pare, definitivamente. Ora è il turno di Stefano Pettinari: stesso numero sulle spalle, stesse delusioni, stesso tecnico in panchina. 6 gol in 3 partite, 2 triplette all'Adriatico, con il pubblico che già acclama chi, a Terni, lo scorso anno aveva realizzato 2 reti.
CHE MAESTRI! - Nel 2006 approda alla Roma, a 14 anni, con il debutto in Prima Squadra tre anni più tardi, in Europa League, subentrando ad Alessio Cerci; nel 2010 l'approdo in Serie A, entrando al poto di Menez. Nel suo percorso delle giovanili, è stato formato da Andrea Stramaccioni, che lo ha avuto ai tempi dei Giovanissimi e degli Allievi Nazionali in giallorosso, definendolo "il prototipo dell'attaccante moderno". Pettinari ha poi incrociato la sua storia con Conte, a Siena, nella stagione 2010-11. Qualche mese, zero presenze, poi l'addio. Mesi intesnsi, nei quali con il martello pugliese ha imparato tanto, senza mai guadagnare però la sua fiducia; poi Drago, 10 gol in 2 stagioni, e le sue qualità che iniziano a intravedersi. Infine, ora, Zeman, che lo ha messo al centro del suo tridente, lasciando in panchina Simone Ganz, l'investimento dell'estate. "Bene, bene", direbbe Stramaccioni, anche perché con ZZ si sta vedendo il famoso "attaccante moderno". Che, per giocare a Pescara, non deve essere eptacaidecafobico, non deve aver paura del 17.
@AngeTaglieri