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    Conte: 'Pronto a morire per il Tottenham, ma non a suicidarmi. A fine stagione vedremo il da farsi'

    Conte: 'Pronto a morire per il Tottenham, ma non a suicidarmi. A fine stagione vedremo il da farsi'

    Il tecnico del Tottenham Antonio Conte è tornato a parlare per la prima volta dopo l'eliminazione dalla Champions col Milan: "Il club sa bene qual è la mia posizione, cosa penso. Se devo diventare io il bersaglio per quanto sta accadendo, no, non ci sto. Serve tempo e pazienza, capisco che i tifosi e l'ambiente l'abbiano finita, vedremo cosa accadrà in futuro. Se mi chiedete qualora sia disposto a morire per gli Spurs, vi rispondo di sì, ma non sono così stupido da suicidarmi. Sapete bene come la penso. Ve l'ho detto più volte che situazione ho trovato al mio arrivo e le mie aspirazioni per rendere competitivo il club, portarlo a lottare per vincere. E' tempo che lo ripeto. Ho firmato un contratto di un solo anno, qualcosa di inusuale, di solito si fa almeno un triennale. Ma sia io sia il club volevamo vedere come andava. Loro volevano capire la mia personalità, le mie doti di tecnico. E per me era la stessa cosa, capire se siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ora dopo un anno e mezzo ci conosciamo e la situazione è chiara ad entrambi. Lasciamo finire la stagione e poi vedremo. Ripeto, sino a fine stagione sono pronto a morire per questa squadra. Richarlison? Innanzitutto, ho visto l'intervista, non mi ha criticato. Ha solo detto che la sua stagione è uno schifo e ha ragione perché sin qui, anche per i tanti infortuni, non è andata bene. Era partito col piede giusto, poi si è fatto male, è andato al Mondiale, è tornato e si è infortunato nuovamente. Non ha ancora segnato un gol in Premier, solo due in Champions, quindi non la si può considerare una buona stagione. Il resto dell'intervista? Ha capito d'aver sbagliato perché quando parli al singolare, solo di te stesso e non della squadra, vuol dire che sei egoista. Lo ripeto sempre ai miei giocatori, se vogliamo costruire qualcosa di importante, lottare per qualcosa di importante, vincere un trofeo, dobbiamo sempre parlare al plurale e non al singolare. Richarlison lo ha capito, ha chiesto scusa ed è una buona cosa perché mi ha dato l'opportunità di chiarire una volta di più quale deve essere lo spirito del gruppo".

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