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    Conte: 'Non riesco ad incidere come vorrei, ma da CT mi sento più completo'

    Conte: 'Non riesco ad incidere come vorrei, ma da CT mi sento più completo'

    Carlo Tavecchio, presidente FIGC, con quel "morto un Papa se ne fa un altro" ha gettato ombre sul futuro di Antonio Conte e sulla panchina della Nazionale Azzurra. Con il contratto in scadenza dopo l'Europeo, il ct è corteggiato dai puiù grandi club italiani ed europei: Milan, Juventus, Roma, Chelsea, Real Madrid, tanti pensano a lui. E proprio Conte ha parlato della sua esperienza come selezionatore a margine della decima edizione del "Dubai International Sports Conference": "Il mio rammarico come selezionatore è di non riuscire a incidere come vorrei, ma mi sento un allenatore molto più completo. Ho imparato a ottimizzare in pochi giorni il lavoro che magari in un club si fa in un mese. Non bastano carisma o personalità, penso ci vogliano delle componenti importanti. Un allenatore deve riuscire a migliorare il calciatore, a creare una squadra perché personalmente c'è bisogno di giocatori bravi però vince sempre la squadra, il noi, non vince l'io. Anche in nazionale ci sono stati esempi abbastanza eclatanti. Mi riferisco alla Danimarca e alla Grecia, a testimonianza che non sempre vince il più forte".

    "C'è un allenatore che decide per il bene comune, che stride un po' con il singolo. Penso che per noi sia molto importante essere credibile in tutto quello che fa, sia da un punto di vista tattico sia nei comportamenti, sia nel riprendere tra virgolette il campione che il giovane che viene dal vivaio. Al di là dell'energia bisogna riprendere i giocatori con la coerenza, che non deve mai mancare. Oltre che dai calciatori siamo giudicati anche dallo staff, il magazziniere. Ci vuole tanto per costruire un'immagine e una credibilità e non ci vuole niente per perderla". 

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