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    Conte migliore del mondo: ecco cos'ha in più di Ancelotti, Allegri e Guardiola

    Conte migliore del mondo: ecco cos'ha in più di Ancelotti, Allegri e Guardiola

    • Stefano Agresti

    Molto si dibatte, da qualche settimana, su chi sia il migliore allenatore del mondo. I giudizi sono ovviamente soggettivi, non esiste né può esserci una classifica: in valutazioni del genere c’è troppo di opinabile. E poi, quale metro seguire? Le vittorie? La spettacolarità del gioco? I risultati in base al monte ingaggi? Oppure in base alla qualità della rosa? (Già, perché non è detto che la quantità di denaro pagato per gli stipendi sia per forza proporzionato alla forza dell’organico).

    A nostro avviso, il giudizio deve tenere conto di un po’ tutti questi aspetti. Le vittorie contano, ovviamente, ma non sono preponderanti: se guidi una corazzata può risultare piuttosto scontato conquistare un trofeo (tipo il Bayern di Ancelotti in Bundesliga, ad esempio), ma magari la squadra non mostra bel calcio e, a livello internazionale, fatica a emergere. Al contrario, se hai un organico di livello nettamente peggiore rispetto agli altri però ottieni risultati eccellenti (in questa stagione Gasperini e Inzaghi, per fare due nomi vicini a noi) meriti un encomio. Poi c’è la qualità del gioco, e un peso ce l’ha pure questa. Eccome se ce l'ha.


    Se facciamo un bilancio delle ultime stagioni, a nostro avviso il numero uno è Antonio Conte. Con la vittoria sul Middlesbrough, il suo Chelsea ha in mano la Premier. Ebbene, anche se i Blues sono tra i club più ricchi al mondo, mai come stavolta sembrava difficile che potessero competere per il titolo, anche perché Abramovich ha un po' stretto i cordoni della borsa. I due Manchester, ma anche il Tottenham e l’Arsenal parevano più attrezzati, un po’ per il punto di partenza del Chelsea (decimo nella scorsa stagione) e un po’ per gli acquisti estivi (a parte Kanté sono arrivati calciatori da rilanciare, giovani tutti da scoprire ed elementi apparentemente marginali).

    E’ stato decisivo il fattore Conte, non c’è dubbio. Così come lo era stato nei suoi precedenti successi: la promozione in A con Bari e Siena, lo scudetto con la Juve reduce dal settimo posto della stagione precedente, la splendida cavalcata europea della Nazionale chiusa solo ai rigori ai quarti contro la Germania. E quel suo modo di fare calcio, aggressivo e propositivo, coinvolge, trascina, emoziona. Una carriera, quella di Conte, che ancora non contempla alcuna Champions League, ma che trasmette una certezza: nessun tecnico incide su una squadra più di lui.

    No, nemmeno il mago Guardiola (che ha mostrato con successo il suo celeberrimo tiqui taca solo con il Barcellona). Nemmeno Ancelotti, che pure ha vinto in cinque paesi differenti (ma sempre con squadre fortissime). E nemmeno Allegri, che in Europa ha sì ottenuto risultati decisamente migliori di Conte, ma con una Juve nettamente superiore (si è passati da Matri e Quagliarella, al massimo Tevez-Llorente ai fenomeni Higuain e Dybala).

    Perciò oggi, se ci chiedessero di votare chi sia il miglior allenatore del mondo, non avremmo dubbi: Antonio Conte. E scriveremmo accanto, in piccolo, i nomi di due tecnici che quest’anno ci hanno divertito come nessuno: Sarri con il Napoli, Jardim con il Monaco.

    @steagresti
     


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