Conte 'La mia Juventus avrà le palle'
L’hotel Garden sta lassù sulla collina senese e ospita la squadra neo promossa in serie A. C’è un via-vai di gente con i giocatori che incrociano turisti americani, e stanno in ritiro nonostante abbiano già trasformato il loro sogno in realtà. Nessuno fiata, però. Nessuno osa contraddire il Comandante. Perché lui è il primo a dare l’esempio: giacca e cravatta, divisa sociale, massima concentrazione. Perfezione in ogni particolari. Quasi maniaco in certe sfumature. Antonio Conte è fatto così. Sentire per credere: «Bisogna onorare la maglia, i tifosi, rispettare la società. Quindi sino all’ultimo giorno ci vuole professionalità e attaccamento ai colori. Questi sono i requisiti necessari per fare bene. E non transigo». A Torino non vedono l’ora che lei arrivi: i tifosi sono in fermento e anche contro il Napoli, domenica sera, l’hanno acclamata a gran voce. «Inutile nascondere che queste dimostrazioni d’affetto mi fanno piacere, significa che ho lasciato un buon ricordo. Non potrò mai dimenticare che a Novara, prima di una partita di campionato, durante la nostra rifinitura allo stadio arrivarono un centinaio di tifosi da Magenta per incitarmi. Non me lo sarei mai aspettato. Questa è la Juve, signori. In qualunque stadio giochi non sei mai solo, sia in Italia sia all’estero ci sono sempre bandiere bianconere a sventolare: una passione sfrenata che non ha confine».
IL PROGETTO - Tra qualche ora sarà ufficialmente sua... «Sono ancora del Siena, aspettiamo, quando e se sarà il momento ne riparleremo. L’altro giorno ho ringraziato giocatori, staff e dirigenti per quello che siamo riusciti a fare». Suvvia, lo sanno tutti, proprio tutti. La conferma resta una formalità... «E allora aspettiamola. Comunque non tutti gli ex juventini vengono chiamati. Bisogna pure meritarsela, questa chiamata, ci vogliono idee e progetti. Farò tutto in collaborazione con il presidente Agnelli, il direttore Marotta e Paratici. Pirlo si giocherà il posto come gli altri centrocampisti». Intanto arrivano i complimenti. Capello e Nedved hanno speso parole importanti nei suoi confronti. Mica gente qualsiasi, ma persone che hanno fatto la storia del club vincendo tutto quello che c’era da vincere. «Ho letto e li ringrazio. Sarà poi il campo a dare i verdetti definitivi e spero tanto di non deluderli. Anzi, se me ne sarà data la possibilità resto convinto di poter regalarmi e regalare molte soddisfazioni. Le loro parole e quelle di tanti altri miei ex compagni mi hanno riempito d’orgoglio». Che tipo di allenatore si considera? «A me piace vincere, ovvio. Non sopporto i giocatori che sorridono al termine di una partita persa. Questo è il modo per mandarmi su tutte le furie. Per ora ho ottenuto due promozioni in serie A che considero traguardi di spessore. Risultati che sono arrivati con il bel gioco».