Conte in volo verso il bis: |'Come cresce la mia Juve'
Tante parole: l’esultanza di Bologna, le polemiche, il futuro, il Bayern. Poi, dopo due settimane di chiacchiere, è arrivato il momento dei fatti. Quello preferito da Antonio Conte, che sta imparando a gestire con disinvoltura e intelligenza microfoni e taccuini, ma resta un uomo di campo e lì, sul campo, cerca le risposte a ogni domanda. Di solito le trova e non è un caso, ma il frutto di un lavoro meticoloso in cui ogni particolare è importante. Per dire: Matri e Quagliarella sono rimasti a Vinovo mentre quattordici compagni erano in giro con le nazionali. Conte li ha allenati, preparati, motivati: il risultato si è visto a San Siro.
Paura di nessuno Fatti, non parole. Perché quelle le porta via il vento, mentre i fatti regalano titoli e scudetti. Ecco perché Conte non voleva che nessuno pensasse al Bayern: la Champions è il sogno, lo scudetto è l’obiettivo. «E a San Siro abbiamo messo un altro bel mattoncino», sorride il tecnico. «Mancano otto partite, non dobbiamo mollare, Napoli e Milan non vedono l’ora di sfruttare un nostro passo falso. A San Siro abbiamo ottenuto un grandissimo risultato contro un avversario di qualità, che in partita secca può battere chiunque. La Juve è cresciuta». E adesso può prepararsi a giocare con animo sereno l’affascinante sfida di Champions contro il Bayern: «Andiamo a Monaco con entusiasmo e tranquillità. E’ bello misurarsi con le grandi d’Europa e così potremo capire anche quanto manca per colmare il gap che ci separa da loro. Sulla carta il Bayern ha tutto più di noi, ma io ho grande fiducia nei miei giocatori. I top player costano dai 40 ai 60 milioni: beh, i miei calciatori sono top per volontà, abnegazione, disponibilità. Con loro al mio fianco, non ho paura di niente e di nessuno». Il Bayern, adesso sì, è nella mente del tecnico della Juve: «Quella tedesca è una squadra molto fisica, noi cercheremo di alzarci un po’ (con l’inserimento di Pogba, ndr) ma anche se dovessimo rinunciare a una punta non snatureremmo il nostro gioco e nemmeno le nostre idee».
Fidarsi dell’occhio Inter e Bayern hanno giocato la finale di Champions del 2010. Aver battuto l’Inter in trasferta e avvicinato ulteriormente il secondo scudetto consecutivo tre giorni prima di sfidare i tedeschi nei quarti di coppa dà la percezione dell’enorme lavoro svolto da Conte. Il tecnico della Juve è prodigo di complimenti con gli avversari di giornata, perdona Cambiasso per il durissimo fallo su Giovinco, ribadisce che resterà alla Juve e che il suo rapporto con i tifosi non verrà scalfito da quanto detto venerdì in conferenza e poi torna sulla partita con l’Inter: «Fino al gol di Palacio, che è arrivato con Chiellini a terra dopo lo scontro con Guarin, avevamo controllato bene la situazione. Poi siamo stati bravi a riprendere la partita in mano e a gestirla nel modo migliore». L’ultimo pensiero pasquale è per i giocatori della Juve: «Tutti si impegnano e tutti sanno che prima o poi saranno preziosi. I miei attaccanti, ad esempio, ruotano sempre e giocano tanto. Per scegliere io mi fido del mio occhio: a volte sbaglio, spesso ci azzecco... Chi entra sa sempre cosa fare, siamo organizzati. A me interessa quello». Il resto sono chiacchiere, parole, ipotesi. Se le porta via il vento. La classifica, invece, quella resta lì. Visibile a tutti. E la classifica dice Juve. Fortemente Juve.