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    Conte: 'Juve? Creato basi solide. Balotelli? Conta prima l'uomo'

    Conte: 'Juve? Creato basi solide. Balotelli? Conta prima l'uomo'

    Rai Sport 1 ha parlato il tecnico della Nazionale Antonio Conte in una lunga intervista in cui ha parlato del suo addio alla Juventus, della Nazionale e del campionato di Serie A.

    Sul momento più bello della carriera da giocatore: "La vittoria della Champions League perchè in quel periodo in quattro anno facemmo finali europee a ripetizioni. Ora invece è molto difficile".

    Sulle maggiori similitudini con Lippi o Trapattoni: "Ho avuto allenatori di un certo livello, Lippi, Trapattoni, Ancelotti e non dimentico Fascetti e Mazzone a Lecce. Sono stato allenato dai top e ho preso un pò dei loro segreti. Trapattoni aveva una gestione molto da padre, Lippi invece sorprendeva per le motivazioni che trasmetteva pur giocando ogni tre giorni.

    Sul paragone di Gattuso con Al Pacino quando fece un discorso alla squadra bianconera entrato nella storia della Juventus: "Il film è molto bello. Quel discorso ti tocca. Un allenatore deve capire i momenti particolari, quel mio discorso era in un momento in cui incalzavamo il Milan, mancavano poche partite e sentivo che potevamo farcela. Dissi ai ragazzi in modo forte che il Milan per vincere doveva faticare fino all'ultimo..."

    Sulla partita di Napoli con la Juve che recuperò dal 3-1 al 3-3: se lì la squadra assunse la consapevolezza di poter vincere lo Scudetto: "C'è stato un lavoro straordinario sotto tutti i punti di vista, dopo due settimi posti consecutivi. Già in ritiro avevo capito della forza del gruppo, poi l'ambiente juventino lo conoscevo come le mie tasche ed ha favorito me ed anche gli altri".

    Su quando s'è concretizzato l'addio alla Juventus: "Non c'è stato nessun problema con Agnelli e con i dirigenti. Ho pensato che dopo tre anni così intensi si era arrivati all'epilogo. Ho spiegato che pensavo che fosse arrivato il momento di separarmi, l'avevo detto ai giocatori ed alla proprietà ed alla dirigenza. E' difficile farlo capire ai tifosi, ma l'ho fatto in fin di bene. Anche i giocatori ora iniziano a dire che il cambio in panchina è stata la scelta giusta".

    Sulla Juventus di Allegri meglio di quella di Conte: "Noi abbiamo costruito un grattacielo dopo due settimi posti, lavorando tantissimo, ora ci sono basi solide ed è giusto andare avanti così. Starà alle altre colmare il gap sulle altre perchè in questi tre anni la Juventus è sempre cresciuta. Sono rimasti tutti i giocatori che hanno fatto 102 punti ed hanno disputato una semifinale d'Europa League dopo i quarti in Champions fermati dal Bayern Monaco, qualcuno lo sottovaluta, in più sono arrivati giocatori di sicuro valore, su tutti Pereyra e la rosa è più abbondante e competitiva".

    Sulla favorita in Serie A: "La Juventus ha mentalità vincente, da giocatori ai dirigenti, allo stadio, c'è tutto per vincere. La Roma sta facendo un percorso simile, avrebbe vinto l'anno scorso senza il nostro cammino record. L'antagonista principale sarà la Roma".

    Sulla crisi del Napoli: "Il Napoli sta pagando la delusione della Champions a livello di delusione nella tifoseria, quindi anche i giocatori. E' dura perchè il lavoro di un anno per qualificarti ti ritrovi fuori dopo due partite. Non bisogna piangere sul latte versato e cogliere le opportunità, la squadra c'è, il tecnico anche, la piazza è incredibile e deve ritrovare l'entusiasmo. Benitez? Per lui parla il curriculum, è un vincente. Ha vinto un trofeo al primo anno, lì c'è ambizione e passione quindi si pretende giustamente e mi auguro per loro e per il campionato che possano ritrovarsi".

    Sulle italiane che hanno fatto bene in Europa: "La Juventus ha ormai grande esperienza, che conta tanto, la Roma può essere l'outsider di un girone difficile ma ha entusiasmo e può fare. In Europa League siamo partiti bene e quindi il campionato italiano sta tornando competitivo".

    Sulla possibilità di convocare Balotelli per i prossimi due impegni della Nazionale: "In tutte le mie squadre sono sempre contati prima gli uomini, poi i calciatori. Anche per i campioni alla Juventus ci siamo informati sullo spessore umano. Nelle difficoltà ti tira fuori l'uomo, non il campione. Io convoco i giocatori senza preclusioni, il campo parla, parlerà e dirà quali sono le convocazioni. Verranno i giocatori più in forma".

    Sul difficile momento del calcio italiano: "Non è facile, a partire da calciatori che devono utilizzare la nazionale come spot per giocare nei loro club. Prima era il contrario, ora invece si devono mettere in evidenza tramite la nazionale. Mi ritrovo a vedere partite con zero o un italiano e bisogna intervenire sotto questo punto di vista. Nel gruppo comunque ho visto tanta voglia e una delusione comunque positiva nei reduci del Mondiale".

    Poi Conte si sofferma anche sull'esultanza di Alessadro Florenzi che, dopo aver segnato il gol del 2-0 della Roma sul Cagliari è corso in tribuna ad abbracciare la nonna: "È stato davvero molto bello ma ho avuto il piacere di conoscere Alessandro, è ho visto che è davvero un ragazzo genuino, bravo e pieno di sentimenti sani".

    MAI SUCCESSO - Conte riapre il libro dei ricordi, e parla di quando era ancora un calciatore: "A me non è mai successo nulla di simile ma ho sempre segnato pochi gol. Se dovesse succede al Conte allenatore? Prima mi aspetto che Florenzi faccia un gol anche con la Nazionale, poi se non avrà già raccolto la prima ammonizione, gli possiamo concedere di ripeterlo anche con la maglia azzurra".
     
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