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Sarri e Conte, perché ce l'avete col contropiede? Capello ha ragione: non vigliaccata, ma virtù!
Appunto: perché? Non è forse un modulo, una scelta tattica come un’altra? Ma no, sa di remissione, paura, vigliaccheria. Sa di vecchiume. Ora, a parte che con questo “vecchiume” la Nazionale italiana ha colto i suoi maggiori trionfi, nulla tramonta mai del tutto e il passato, magari con altre forme, si può ripresentare. Ogni novità contiene in se stessa qualcosa che c’è già stato.
Non ripetono tutti che il campionato lo vince la squadra che incassa meno goal e che quindi si difende meglio? Giocare dietro non è un modo efficace di difendersi? La difesa non è la condizione necessaria del calcio? E soprattutto non è detto che si possiedano sempre giocatori in grado di difendere alto o grandi centrocampi di lotta di governo. Non è detto che non si possano incontrare avversari “ disperati “ che si buttano avanti senza grandi calcoli perché non hanno più nulla da perdere. E’ capitato alla Juve col Napoli, quando stava sopra di 3 goal e con la Roma ( sopra di 2 dopo 10 minuti ). Proprio all’ Olimpico, nella sofferenza di un secondo tempo a lungo in difesa, la Juve è andata più volte vicino al terzo goal. Con cosa? Col pressing, con i breaks, con le ripartenze da centrocampo? No! Col contropiede dalla difesa, che però non si può più nominare.
In questo primo girone di campionato, la Juventus e il Napoli hanno spesso avuto una significativa supremazia territoriale eppure hanno trovato non poche difficoltà a segnare perché si scontravano contro squadre arroccate in difesa senza riuscire ad aprire gli spazi. Avversari di turno, come Parma, Sassuolo, Verona… venivano esaltati dalla critica perché si difendevano egregiamente e ripartivano velocemente. Se queste cose le fanno l’Inter o la Juve si storce la bocca. Ma si tratta di un tabù: nel calcio, come in altri sport e non solo, la versatilità va cercata e praticata. E’ una virtù, non un difetto. E un goal vale un goal, anche se segnato in contropiede.