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Conte e Lukaku hanno 'ucciso' il vampiro di Appiano: il centravanti si è preso l'Inter e gli interisti, suo anche il gol scudetto
CRESCITA COMUNE - Vincere a Bologna, dopo i passi falsi di Milan e Juventus, significava allungare ulteriormente, produrre lo scatto decisivo verso la bandiera a scacchi. Ma significava anche offrire un’ulteriore prova a corredo del fatto che l’Inter sia finalmente maturata. Cresciuta. Così come ha saputo fare l’uomo simbolo dei nerazzurri nei due anni di lavoro con Antonio Conte. Lukaku è un calciatore diverso rispetto a quello degli ultimi anni in Premier. Il belga è un risorsa, riconosciuta come tale dalla squadra. Fisicamente dirompente, costante nel rendimento. Dimagrito, più incline al sacrificio e fuso assieme al resto del gruppo.
BLADE LUKAKU - “Sono molto contento per la vittoria di oggi, la partita è stata un po' complicata. Abbiamo fatto uno step importante e dobbiamo continuare così. I miei gol? E' un bel momento per me, ho fatto una bella scelta venendo qui all'Inter. Ho visto il livello dei giocatori e dell'allenatore che ha fatto tanto per avermi, anche negli anni precedenti. Voglio sempre aiutare la squadra. Senza la squadra non sono nessuno”. Parole, quelle di Lukaku rilasciate al termine della sfida contro il Bologna, che sposano una dottrina, quella di Antonio Conte. L’Inter ha svoltato, i nerazzurri hanno cambiato faccia e attitudine. Siamo passati dal vampiro di Appiano (preso di mira da Spalletti per giustificare gli improvvisi cali di tensione della squadra) a Blade Lukaku, che con esempi positivi e gol a raffica si è preso l’Inter e gli interisti.