La Juve dei record,| Conte: 'Non ci accontentiamo'
Proclamato per acclamazione dal popolo juventino e per elezione diretta da Marotta come il bianconero dell'anno, Antonio Conte da consumato attore del palco calcistico allarga il titolo alla sua compagnia di giro. «Il merito di tutto questo va ai giocatori - sorride il tecnico -: per la fame che hanno mostrato e per la voglia di sposare la mia idea di calcio. Questi cinque mesi sono stati veramente molto faticosi, sotto tutti i punti di vista, perché all'inizio non erano rose e fiori».
I dubbi e le difficoltà del ritiro estivo di Bardonecchia sono pensieri che ancora accompagnano Conte e così la possibilità di chiudere il Natale in testa alla serie A (un evento che nella Juve non si verifica dal 2005) diventa l'occasione giusta per ringraziare chi ha già realizzato un'impresa ai suoi occhi. «Questi ragazzi stanno facendo qualcosa di straordinario ed importante - arringa l'allenatore da Vinovo - e per comprenderlo basta vedere dove siamo e che numeri abbiamo fatto. Ci ritroviamo imbattuti dopo 15 giornate e per un solo turno non siamo stati in testa alla classifica: questo è qualcosa che è andato al di là di qualsiasi mio pensiero e poi abbiamo recuperato credibilità agli occhi dei tifosi e degli avversari. Non mi stancherò di ripeterlo: siamo andati al di là della più rosea previsione».
Parole dolci, quasi come fette di panettone, che permettono di mettere le mani avanti per l'ultimo impegno del 2011. A Udine doveva andare in scena la prima recita dello spettacolo di Conte ed invece questa sera (ore 18) la sfida sarà totale per giocarsi il primo posto e chiudere senza macchia prima della sosta. «E' un ulteriore esame per noi - rilancia il tecnico -, ma abbiamo studiato e non abbiamo voglia di accontentarci». Anche se il bunker friulano qualche timore lo provoca: nelle sette partite casalinghe di questa stagione, infatti, la squadra di Guidolin ha sempre vinto ed ha concesso la miseria di 2 gol agli avversari. In più l'Udinese è la miglior difesa del campionato (9 gol subiti in tutto, due li ha incassati nell'ultima sfida contro la Lazio) e schiera quel Totò Di Natale che resta bomber di razza (10 gol finora) e rimpianto del mercato di Marotta. «Complimenti a loro - concede Conte -, ma non sono la rivelazione del campionato, visto che l'anno scorso loro sono arrivati quarti e noi settimi».
Il confronto col recente passato e la sfida al modello friulano stuzzicano lo juventino dell'anno. «L'Udinese non è esportabile nelle grandi squadre perché altrove manca la pazienza e il tempo di valutare - spiega il tecnico salentino -: a Guidolin non chiedono lo scudetto dopo quello che ha fatto, a me il primo giorno di lavoro e dopo due settimi posti avete subito parlato di quello».
Sparsi gli elogi agli avversari e tolti i (pochi) sassolini dalle scarpette, ad Antonio Conte non è mancato il tempo per applicare la classica pretattica ad una partita che vale doppio per una Juve alla ricerca di nuovi record e confini. A partire dal modulo fino alla scelta di schierare Quagliarella dopo il gol sblocca-digiuno contro il Novara, il tecnico bianconero ha mischiato le carte sia in conferenza che nell'ultimo allenamento. «Posso cambiare qualcosa», ha concesso Conte che punta a riproporre le situazioni viste nelle trasferte di Napoli e Roma. Dunque spazio al 3-5-2 con Pepe tra le linee per sostenere Matri, anche se Quagliarella è in ballottaggio per un posto da titolare («È una possibile soluzione, ci sto pensando») contro la sua ex squadra.
Sulle fasce agiranno Lichtsteiner a destra ed Estigarribia a sinistra, mentre a centrocampo rientra Vidal dalla squalifica e si ricomporrà il terzetto d'oro con Pirlo e Marchisio. Tutto per proseguire nel viaggio che non conosce soste