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    La vittoria di Conte e dei suoi guerrieri: da Giaccherinho a Eder-Pellè

    La vittoria di Conte e dei suoi guerrieri: da Giaccherinho a Eder-Pellè

    • Federico Zanon nostro inviato
    Giù il sipario, tutti in piedi. Applausi per questa Italia, capace di ribaltare il pronostico e battere il favorito Belgio, conquistando tre punti chiave in ottica qualificazione. Calma, la strada è ancora lunga e nulla è stato ancora fatto, il Mondiale in Brasile, con successo all'esordio con l'Inghilterra seguito dalle sconfitte contro Costa Rica e Uruguay, deve insegnarci qualcosa. Ma ora è giusto goderci questa notte, è doveroso rivivere nella memoria i gol di Giaccherini e Pellé, la prova di sudore, di orgoglio, di cuore di una squadra fatta a somiglianza del suo allenatore.

    Criticata in patria e all'estero, Conte ha saputo costruire un'Italia che è la sua proiezione sul campo. Ha puntato fin dal primo minuto sulla forza del gruppo, su chiare regole tattiche, sulla voglia e la disponibilità di ragazzi che hanno fame e voglia di stupire. Ha fatto anche scelte impopolari e ha vinto. Questo non vuole dire che l'Italia è già a Parigi, significa che comunque andrà a finire vedremo sempre un gruppo che sa cosa fare, che renderà i tifosi orgogliosi di essere italiani. I 23 guerrieri volati in Francia sono i suoi uomini, alcuni di questi li ha rilanciati contro tutto e tutti. Il blocco juventino è figlio delle sue scelte alla Juventus, Giaccherinho, pardon Giaccherini, è una sua invenzione ( ha dimostrato di saper giocare in tutti i ruoli, anche mezzala), De Rossi è il leader che cercava dopo gli infortuni di Marchisio e Verratti. E che dire dell'attacco? Per il ct azzurro Pellé è stato sempre il 9 titolare, nonostante l'esplosione di Zaza, Eder è la sua spalla ideale. Indipendentemente dalla brutta parentesi dell'ex Sampdoria in nerazzurro. Una decisione che ha diviso, che ora mette tutti d'accordo.  
     

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