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  • Conte e i fischi:| 'Tifosi, voglio lo stadio-bolgia'

    Conte e i fischi:| 'Tifosi, voglio lo stadio-bolgia'

    Per lo straniero che ci mette piede - stasera la Fiorentina lo Juventus Stadium deve tornare a essere l'inferno, come quando aprì, rammenta Antonio Conte alle sue genti. «I tifosi devono incitarci fino all'ultimo - dice il tecnico bianconero - perché il discorso della bolgia non deve mai essere dimenticato. Per noi è un fattore troppo importante giocare in casa, avere questo dodicesimo uomo in campo. E i tifosi se lo devono ricordare». Ultimamente s'era fatto un po' salotto, o teatro, visti i fischi da loggione appena finita con il Genoa: «Questo cazzotto ci ha fatto male, ed è stato un po' più difficile rialzarci - continua l'allenatore riferendosi al pareggio - perché credevamo di aver chiuso la partita. Perciò c'è stata grande delusione, ma proprio per questo motivo, bisogna stare sempre sul pezzo, tutti quanti: i calciatori in campo, io dalla panchina, fino ai tifosi». Dimenticate la notte con il Genoa, voi che entrate. Un voto di fiducia, insomma: qui dentro è pur sempre stato immerso nella pece il Milan.


    L'inferno dovrà essere la porta del paradiso: «Fare proclami sarebbe da pazzi, stupidi e ingenui - ripete Conte - ma l'obiettivo più importante è ritrovare la Juve e riprendere credibilità, soprattutto all'occhio dei tifosi. Arrivare primi, secondi, terzi, quarti o quinti, è un fatto secondario, anche se sappiamo l'importanza di entrare in Champions, a livello economico».

    All'arena, la Juve si presenterà con qualche radicale modifica: se non negli uomini, nel telaio. «Inutile negare l'evidenza: siamo partiti con un tipo di gioco e su quello abbiamo lavorato tanto». Poi sono arrivati altri giocatori, «uno su tutti Vidal», che inclinerà l'assetto verso il 4-3-3, o comunque con tre centrocampisti. Per ora, il 4-2-4 resterà in magazzino: «Penso che un allenatore che abbia un po' di testa - argomenta Conte - debba fare delle attente valutazioni, al di là del suo credo tattico e al di là delle sue idee di gioco. Non bisogna snaturare niente, perché penso che l'idea di gioco dipenda molto anche dall'atteggiamento che infondi ai ragazzi e dalla voglia di fare calcio». L'ordine di servizio resta lo stesso: «Fare la partita. E anche cambiando il modulo, abbiamo sempre cercato di farla. Riuscendoci, il più delle volte».

    L'uomo della «revolution» è Arturo Vidal: «Abbiamo scoperto un giocatore che dà tanta intensità, tanta pressione, ruba tanti palloni, e che ha la possibilità di inserirsi. Insieme a Marchisio, forma una coppia che fa bene le due fasi, con Pirlo». Mai più senza questi tre, almeno per adesso. E davanti Matri, con Vucinic largo a sinistra e Pepe sull'altra corsia. Ancora ai box Krasic: «Sicuramente in questo momento incontra qualche difficoltà, questo è fuori dubbio». Ma guai a rottamarlo: «Si parla di Krasic e di Chiellini, due giocatori che sulla carta per me sono fondamentali. Quindi, se mettiamo in discussione due così, inizio ad andare in ansia». Chiellini non si tocca: «Stiamo parlando del titolare della Nazionale, punto fermo della difesa di Prandelli. E stiamo parlando di Krasic, che è un giocatore importante». Lo stesso vale per Quagliarella, che deve solo ritrovare la forma migliore: «È un punto fermo e rimarrà tale, che sia chiaro». Con loro, Conte dosa sudore e parole: «Avrò grande attenzione nel fare un lavoro tecnico, tattico e soprattutto psicologico. Parlo più con i giocatori che con i miei genitori». I fatti, stasera.


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