Consiglio Figc, Serie A senza liquidità: problemi per 6 club, in 3 a rischio esclusione dal campionato
SI VOTA - Il presidente della Figc, Gabriele Gravina spinge per questa riforma, ma la Lega Serie A è contraria e anche per questo ha eletto il nuovo presidente Lorenzo Casini. Quest'ultimo sarà presente oggi, ma senza diritto di voto perché la sua nomina deve ancora essere ratificata: prima di firmare il contratto da 240 mila euro, si è dovuto dimettere dall'incarico di capo di gabinetto al Ministero della Cultura. Casini ha scritto una lettera a Gravina, chiedendo il rinvio della discussione, ma non sarà accontentato. Entrambi i rappresentanti della Lega, Marotta (Inter) e Lotito (Lazio) voteranno contro. Il dirigente nerazzurro è poi in corsa per il ruolo di vicepresidente vicario, ma il posto di Paolo Dal Pino dovrebbe essere preso dal numero uno della Lega Pro, Francesco Ghirelli.
INDICE DI LIQUIDITA' - È il rapporto tra attivi e passivi a breve dei club di calcio: per sbloccarlo l'azionista deve immettere nuovi capitali nella società o cedere calciatori sul mercato in uscita. Nella scorsa stagione per via della crisi dovuta alla pandemia l'indice di liquidità era passato da 0,8 a 0,6 e non era vincolante per l'iscrizione al campionato e nella scorsa campagna trasferimenti invernale poteva effettuare nuovi acquisti solo chi lo rispettava: in pratica gli attivi dovevano coprire almeno il 60% delle spese.
CLUB A RISCHIO - Con gli stessi parametri oggi almeno tre squadre farebbero fatica a iscriversi al campionato: la Lazio (fuori per 28 milioni di euro), il Genoa (per 32 milioni) e la Sampdoria. Sempre secondo La Repubblica, molte di più avrebbero problemi e almeno 6 club sono a rischio. La Figc vuole evitare situazioni come quella del Genoa, che a gennaio ha ricapitalizzato spendendo poi l'intera cifra sul mercato.
CORRETTIVI - Il nuovo indice di liquidità sarà fissato tra 0,7 e 0,6 e ogni anno sarà più stringente fino ad avvicinarsi al parametro di 1: non si potrà spendere più di quanto si guadagna, come succede già in Germania. In ogni caso si studiano dei possibili correttivi: si potrà ridurre il gap con un saldo attivo nella campagna trasferimenti (contenendo il costo del lavoro entro il 60% dei ricavi) e con un buon rapporto tra fatturato e debito, utile a scoraggiare il ricorso a indebitamenti insostenibili. O, extrema ratio, con delle cessioni a giugno, prima che apra il mercato estivo.