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    Condannati i fratelli Scalamandrè per l’omicidio del padre violento

    Condannati i fratelli Scalamandrè per l’omicidio del padre violento

    • Davide Fantozzi
      Davide Fantozzi
    La Corte d'Assise di Genova ha condannato ieri Alessio e Simone Scalamandrè (foto Ansa) a 21 e 14 anni per l’omicidio del padre Pasquale. I due ragazzi non ce l’avrebbero fatta più, dopo i decenni di violenze fisiche e psicologiche inflitte alla madre da parte della vittima. Pasquale aveva il divieto di avvicinarsi alla moglie, ma nell’agosto 2020 si recò in casa di Alessio per sapere dove fosse la consorte e per far modificare le denunce a suo carico. A quel punto, la furia. Alessio, 30 anni, prese un mattarello e colpì più volte il padre, con l’aiuto del fratello Simone, 22, fino a ucciderlo.

    L’accusa per i due è di omicidio volontario, con l’aggravante del vincolo di parentela. L’avvocatessa Nadia Calafato, difensore del secondogenito, ha detto che sperava che la Corte “riconoscesse il vissuto drammatico” del suo assistito e del fratello. Il riferimento è alle numerose denunce, inoltrate nel corso degli anni, contro Pasquale. La moglie, Laura, non aveva mai chiesto la separazione “per paura della sua reazione”. Alessio e Simone, nelle loro deposizioni, avevano ammesso che, spesso, almeno uno di loro rimaneva in casa con la madre, “per evitare che papà la picchiasse”. Parenti e amici dei due giovani avevano creato una pagina Facebook di sostegno, chiamata “Comitato tutti per Alessio”.

    Laura era riuscita, dopo lungo tempo, ad allontanarsi dal suo aguzzino, chiedendo aiuto ad amici e familiari. Per quattro volte, però, Pasquale l’aveva rintracciata, pedinando e facendo stalking alle persone a lei vicine. Dopo l’ennesimo episodio, il giudice aveva stabilito il trasferimento della donna in un centro protetto in Sardegna. A Pasquale, ex autista dell’Amt (Azienda Mobilità e Trasporti) in pensione, era anche stato revocato il porto d’armi in seguito ad alcune segnalazioni di minacce e violenza psicologica. Tra queste, è agli atti un episodio in cui appoggiò una rivoltella sul tavolo della cucina, guardando Laura con la rabbia negli occhi.

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