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    Conceicao: 'Ecco che Porto voglio, per l'Inter ko pesanti. Si deve passare, col violino o la fisarmonica'

    Conceicao: 'Ecco che Porto voglio, per l'Inter ko pesanti. Si deve passare, col violino o la fisarmonica'

    Il tecnico del Porto Sergio Conceicao ha parlato alla vigilia della decisiva sfida di Champions: "Voglio una squadra aggressiva e intelligente, servirà intensità e pressing contro una squadra piena di ottimi giocatori. Conosciamo i nostri avversari, ma sappiamo anche di cosa siamo capaci noi. Sarà una partita equilibrata, molto difficile da giocare. Siamo a metà dei 180 minuti e abbiamo un'ora e mezza per ribaltare il risultato d'andata, dobbiamo essere intelligenti. Da come li conosco, ciò che vogliono i tifosi del Porto è vincere. Che sia con il violino o la fisarmonica, è uguale. Stiamo preparando la partita in base al tipo di squadra che siamo, perché in queste partite di altissimo livello dobbiamo giocare in modo da sentirci il più possibile a nostro agio. Adattarsi all'avversario potrebbe non funzionare. Joao Mario è fuori dai giochi".

    Quali differenze si aspetta rispetto all'andata?
    "Le partite possono essere simili, ma non saranno mai uguali. Dipenderà anche dai giocatori che scenderanno in campo nell'Inter, per esempio credo ci siano dubbi sulla presenza o meno di Skriniar. Non so se giocherà Dumfries, se ci sarà Gosens... Poi davanti hanno Dzeko, Lukaku e Lautaro, di questi ne giocheranno solo due. Poi dipenderà dalla strategia che adotteremo noi".

    Taremi e Toni Martinez possono giocare insieme?
    "Entrambi fanno parte del gruppo e sono disponibili, domani vedremo chi partirà dall'inizio e chi no e se lo faranno insieme".

    L'assenza di Otavio e come disegnerà il centrocampo?
    "Dipenderà tutto dalla strategia. L'Inter ha 8 giocatori nella parte centrale del campo, noi però dovremo agire come ci sentiamo più comodi".

    Il suo stile da allenatore si adatta alla Champions e ai top 5 campionati europei?
    "Non ci penso. La mia crescita ha a che fare con le sfide che abbiamo ogni giorno, con la qualità dei giocatori, con i cambiamenti della rosa anno dopo anno. Io cerco di non guardare quello che piace a me ma di studiare un sistema che possa estrarre il potenziale massimo dei giocatori. Questo è ciò che fa crescere un allenatore. Se mi chiedete quale calcio mi piace di più rispondo quello tedesco, non mi fa venire sonno. Poi ho grande passione per l'Italia, è lì che ho vissuto i momenti più belli della mia carriera da calciatore e per questo ho un legame forte con l'Italia".

    I problemi dell'Inter in campionato potranno influire?
    "Non sono l'allenatore dell'Inter, ma tutte le sconfitte sono pesanti per un club abituato a vincere come l'Inter. Le partite di Champions però sono diverse, a livello mentale i problemi dal ko in campionato non entreranno in campo domani".
     

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