Comunicato dell'Assoagenti: 'Il calcio patisce storture e burocrazia del Paese, i giocatori sono confusi dal protocollo'
In questo scenario i calciatori, veri ed imprescindibili attori del mondo calcio, sono confusi da tanta discussione ma consapevoli che la soluzione migliore sia la ripresa del campionato una volta assicurata la tutela sanitaria di tutte le componenti del club. Quest’ultimo aspetto è stato abbondantemente discusso e risolto definendo un modus operandi che soddisfa i calciatori e l’intero team. Quello che blocca tutt’oggi la ripresa, si ribadisce,non è pertanto una carenza di garanzia sanitaria bensì una questione solo burocratica come in precedenza descritto. Anche la discussione afferente l’eventuale obbligatorietà del ritiro lungo appare, alla luce della situazione emergenziale, inutile e fuorviante. Purtroppo il rischio di contagio non potrà essere annullato del tutto finchè non vi saranno rimedi farmaceutici e vaccini ma il protocollo sanitario destinato al calcio ha trovato concordi tutte le componenti consentendola ripresa dell’attività. L’ipotesi del ritiro è paventato ad ulteriore tutela sanitaria del calciatore al fine, nel breve periodo di un mese e mezzo, di concludere il campionato. Gli atleti, del resto, sono da sempre avvezzi a ritiri lunghi come avviene nel precampionato.I calciatori riprendendo l’attività ed il campionato non aiuteranno solo loro stessi e la loro categoria, infatti,devono essere ben consapevoli che, da attori principali del sistema calcio,la propria volontà a ricominciare consentirebbe all’intero sistema quella ripresa che garantirebbe, altresì, le migliaia di famiglie dei dipendenti e collaboratori, non solo calciatori, che vivono lavorando nel calcio e nel suo indotto e che oggi vivono sospesi In tale ottica ogni sacrificio sarebbe giustificato.
L’A.I.A.C.S.–Assoagenti, quale componente importante nel sistema calcio, oggi ancor di più ricoprendo un ruolo di interlocutore privilegiato per i calciatori, invita tutti i soggetti coinvolti nelle decisioni afferenti la ripresa dell’attività agonistica a rivolgere la giusta considerazione all’azienda calcio con il rispetto dei calciatori, dei lavoratori ed i collaboratori che meritano la stessa attenzione prestata ad altri settori imprenditoriali".