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    Pippo Russo: comprare Carrillo? Se l’Inter vuol fare un favore a Zahavi…

    Pippo Russo: comprare Carrillo? Se l’Inter vuol fare un favore a Zahavi…

    L’Inter vorrebbe prenderlo, ma intanto lui è escluso dalle convocazioni del suo club perché rifiuta di firmare il rinnovo del contratto. È un complesso intreccio di mercato quello che dovrebbe portare in nerazzurro l’ala peruviana André Carrillo, classe 1991, soprannominato La Culebra. Un termine che nel vocabolario ispanico indica i serpenti di piccola e media taglia, e che nella versione maggiormente divulgata è accostato alla biscia. E allora viene da dire che in questi giorni il ventiquattrenne nazionale del Perù si trovi chiuso nel suo rettilario, in attesa di conoscere il proprio destino. Che ha comunque un traguardo temporale sicuro: il 30 giugno del 2016, data in cui scadrà il contratto con lo Sporting Clube de Portugal. Rimane invece molto incerto il modo in cui Carrillo arriverà a quella data. Perché attorno al suo destino, e alla sua destinazione calcistica, si sta conducendo una partita di poker in cui la sola regola è l’azzardo. A quel tavolo siedono soggetti ben riconoscibili. Come il presidente sportinguista Bruno De Carvalho, un personaggio che ormai agli scontri durissimi sta facendo il callo, e l’agente del calciatore, Elio Casareto, il Mino Raiola peruviano. E appena un passo dietro quel tavolo stazionano altri attori interessati. Certamente l’Inter, come voci sempre più insistenti riferiscono. Ma soprattutto uno dei grandi oligarchi del calciomercato internazionale: l’israeliano Pini Zahavi, che rivendica il 50% dei diritti economici sul calciatore. In queste settimane il più nervoso è proprio lui.

    Lo stato dei fatti dice che da una settimana Carrillo è fuori squadra per ordine del presidente Bruno De Carvalho, e che rimarrà fermo fino a che non rinnoverà il contratto, anche a costo di non rimettere piede in campo fino alla fine della stagione. Una scelta parecchio discutibile in termini di diritto del lavoro, quella del presidente, ma che ormai non è più un’eccezione. L’ultima presenza in campo della Culebra risale al 13 settembre, a Vila di Conde sul campo del Rio Ave, dove lo Sporting vince 2-1. Nei giorni successivi avviene la rottura. Carrillo e il suo agente Elio Casareto non accettano le condizioni di rinnovo proposte dallo Sporting: due milioni lordi all’anno per un accordo fino al 2019 o 2020, e addirittura 2 milioni come “premio de assinatura”. Cioè, per il solo fatto di apporre la firma (assinatura) sul nuovo contrattuale il giocatore porterebbe a casa l’una tantum da 2 milioni. Condizioni indubbiamente privilegiate per gli standard del club biancoverde. Ma ve ne sono altre che il duo Carrillo-Casareto trova meno convincenti. A cominciare dalle modalità di pagamento e dalla clausola rescissoria, che il club vorrebbe fissare a 60 milioni mentre il calciatore e il suo agente chiedono ammonti alla metà. E poi ci sarebbe una curiosa clausola “anti Benfica e Porto”, firmando la quale Carrillo s’impegnerebbe a non vestire il futuro la maglia delle rivali storiche dello Sporting. Ma a rendere recalcitrante Carrillo ci sarebbero altri motivi. Stando a una voce proveniente dall’ambiente che lo circonda, il giocatore si sentirebbe non gratificato perché lo Sporting non ha considerato il suo rinnovo di contratto fra quelli prioritari. E in effetti il fatto che si sia giunti in prossimità della scadenza sarebbe un elemento che legittima questa tesi. Però i veri motivi, con ogni probabilità, li conosce Elio Casareto. Che sa di poter giocare questa mano di poker da una posizione di forza, e magari ha già in borsa una proposta molto vantaggiosa per il suo assistito, con data a decorrere dal primo luglio 2016.

    Sta di fatto che all’inizio della scorsa settimana, visto lo stallo delle trattative sul rinnovo, Bruno De Carvalho decide di andare allo scontro. Del resto, non ha avuto problemi a farsi trascinare davanti al TAS da Doyen Sports Investments, figurarsi se si lascia intimorire dal conflitto con un suo tesserato. Annunciando il principio che lo Sporting non valorizza per altri un calciatore, il presidente dispone che Carrillo venga escluso dalle convocazioni. La decisione viene presa in prossimità della gara casalinga contro il Lokomotiv Mosca, prima giornata della fase a gironi di Europa League. Soltanto tre settimane prima un’altra squadra moscovita, il CSKA, aveva eliminato i Leões ai playoff di Champions. E gli errori arbitrali che hanno compromesso la partecipazione dello Sporting alla “Liga de milhoes” avevano avuto l’effetto di scatenare Bruno De Carvalho in una campagna per l’apertura all’uso della tecnologia nel calcio. Il Lokomotiv sembra un’avversaria più malleabile, per una squadra che in Portogallo viene indicata fra le favorite per la vittoria finale dell’Europa League. E invece per lo Sporting è un esordio shock: perde 3-1, e fra i malumori generati dalla sconfitta c’è anche quello legato all’esclusione di Carrillo. Di sicuro con lui in campo sarebbe stata un’altra partita. Fra i più indispettiti per la rinuncia alla Culebra c’è il tecnico Jorge Jesus, altro temperamento fortemente incline alla drammaturgia. Il giorno in cui Jorge Jesus e Bruno De Carvalho dovessero litigare pubblicamente, ne scaturirebbe un’epopea da far impallidire Luis Vaz de Camões, l’Omero portoghese. Prima che su Carrillo giungesse il veto presidenziale, Jesus aveva provato la strada della persuasione andando a cena col peruviano. E quando ha saputo dell’esclusione, pare gli sia scappato detto: “Ma allora cosa ci ho cenato a fare?”. Alla vigilia della partita in casa contro il Nacional Madeira dello scorso lunedì (vinta 1-0, ciò che ha permesso allo Sporting di mantenere la testa della classifica assieme al Porto) si verifica pure un episodio imbarazzante. Nella prima lista dei convocati figura anche il nome di Carrillo, ciò che sorprende il giocatore più di chiunque altro. Passa qualche ora per vedere depennato quel nome, e a un dirigente sportinguista tocca l’ingrato compito di telefonare al giocatore per dirgli che forse c’era stato un refuso nella lista. Sarà stata la manina di Jorge Jesus? Non lo sapremo mai. Dopo la gara contro il Nacional l’allenatore dichiara pubblicamente d’essere lì a fare al cento per cento gli interessi dello Sporting Clube de Portugal, e che le decisioni del presidente Bruno De Carvalho sono prese nell’interesse dello Sporting. Un atto dovuto che non deve ingannare: il contrasto fra presidente e tecnico rimane latente. E intanto Elio Casareto continua a tenere alta la tensione usando tutte le armi a disposizione. Nei giorni scorsi su Twitter è stato lanciato un hashtag di solidarietà a La Culebra, #fuerzaCarrillo. Lì, come riferisce l’edizione di O Jogo mandata in edicola ieri, sono stati convogliati i messaggi di solidarietà inviati da una pattuglia di calciatori peruviani: Paulo Hurtado, Carlos Ascues, Paulo Albarricin, Rinaldo Cruzado, José Carlos Fernandez e Marco Zambrano. Tutti clienti di Casareto, guarda caso. Dal canto suo il ct della nazionale peruviana, l’argentino Sergio Gareca, ha fatto sapere che convocherà Carrillo in nazionale anche se il ragazzo non dovesse più giocare nel suo club fino alla fine della stagione.

    La storia raccontata fin qui ha messo in scena gli attori espliciti dello scontro (lo Sporting Clube de Portugal, il suo presidente Bruno De Carvalho, il calciatore André Carrillo, il suo agente Elio Casareto), e un altro che sta appena a latere per vedere cosa succede: l’Inter. Ce n’è però un ulteriore dietro le quinte, certo il più nervoso fra tutti: Pini Zahavi. Che nell’estate del 2011 sborsò 800 mila euro per finanziare al 50% l’acquisto di Carrillo, andando in aiuto alla vecchia dirigenza dello Sporting. E che adesso aspetta di incassare il 50% della vendita. Di questo stato delle cose i lettori di Calciomercato.com sono stati informati mesi fa (LEGGI QUI), così come delle intenzioni di Bruno De Carvalho di trovare un escamotage per non pagare a Zahavi il suo 50% qualora si dovesse giungere a una cessione del calciatore. Il bilancio della Sociedade Anonima Desportiva (SAD) sportinguista, da presentare nei prossimi giorni in assemblea generale dei soci, dice testualmente che di Carrillo lo Sporting detiene una percentuale “fra il 50 e il 100%”. Una bizzarra formula che anticipa le eventuali mosse di Bruno De Carvalho contro Zahavi. La tesi è che il superagente israeliano abbia sì finanziato l’acquisto di Carrillo per metà del suo ammontare, ma ciò non comporta automaticamente che egli si sia assicurato il 50% dei diritti economici. L’intenzione sarebbe quella di restituire gli 800 mila euro con in più un indennizzo. Si andrebbe a un altro scontro come quello con Doyen, ma c’è anche la probabilità che non si arrivi mai al conflitto. E questa è l’ipotesi che angustia Zahavi. Il soggetto che in questi giorni ha più di tutti le spalle al muro è lui.

    Il motivo è presto spiegato. In un situazione che vede tutti i soggetti potenzialmente perdenti, il duo Carrillo-Casareto è in posizione di forza. Male che vada, il calciatore rimarrà fermo fino a giugno. Non è il massimo della vita, ma a quel punto sarebbe anche possibile spuntare un contratto a cifre molto elevate dato che il nuovo club non dovrebbe pagare il club di provenienza. E già si fa il nome del solito Valencia, col solito Jorge Mendes sullo sfondo. Lo Sporting e Bruno De Carvalho rischiano di perdere l’occasione di monetizzare una cessione molto vantaggiosa. Sfumerebbe un affare da venti milioni in su, un mancato guadagno molto pesante. Ma al tempo stesso la società e il suo presidente manterrebbero un’immagine d’intransigenza, e in fondo potrebbero sempre dire di aver schierato per oltre tre stagioni un calciatore di livello internazionale costato soltanto 800 mila euro. Per Zahavi, invece, sarebbero 800 mila euro d’investimento andati in fumo. Perché quei denari frutterebbero soltanto in caso di cessione da parte dello Sporting. Ma se ciò non avviene, quei denari sono persi. Ecco perché in questi giorni il superagente israeliano suda freddo.

    A questo punto è sul ruolo e sulle motivazioni dell’Inter che bisogna porsi degli interrogativi, a partire dal principale: perché dovrebbe pagare a gennaio, per prendere un calciatore che a giugno sarà svincolato, oltretutto complicandosi la vita per il discorso extracomunitari (slot già esauriti, a meno di improbabili tagli i nerazzurri dovrebbero prenderlo e poi 'girarlo' ad un altro club fino a giugno)Guardando alla rosa interista si scopre che c’è già una buona pattuglia di calciatori targati Zahavi-Ramadani: il disastroso Vidic arrivato nell’estate del 2014, e la coppia Jovetic-Ljajic giunta durante l’ultima campagna trasferimenti. L’arrivo di Carrillo allungherebbe la lista, e avrebbe come principale effetto quello di salvare l’investimento di Pini Zahavi. Altre ragioni pressanti non se ne vede. L’importante è che la gente nerazzurra sappia. Poi potrà continuare a tifare in pace.

    @pippoevai

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