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Commissione medica FIGC: 'Col Green Pass riapertura degli stadi a grande capienza. Sull’obbligo vaccinale…’
Il caso Spezia e il vaccino obbligatorio come in Premier? Quello inglese è di sicuro un modello molto drastico, ma anche molto efficace. Dinanzi ad una pandemia ci vogliono delle regole precise e bisogna assicurarsi poi che vengano rispettate. Dal punto di vista dell'applicabilità in Italia, non ne sono convinto. Non può esser data l'obbligatorietà per il vaccino. Si possono prendere, però, altre decisione: chi decide di non vaccinarsi, deve poi prendersi le proprie responsabilità e farsi carico delle spese mediche che ne conseguono. E se crei un focolaio all'interno di una squadra, di un'azienda o di una scuola, devi pagarne anche le conseguenze economiche. Le persone sono libere di decidere quello che meglio credono, ma poi devono assumersene le responsabilità morali ed economiche delle loro scelte. Non credo ci sia nulla di male.
Riapertura degli stadi? Lo sport senza tifosi è qualcosa di monco. Mi sento ottimista, però. Col green pass è possibile tornare a qualcosa di molto vicino alla vita normale. Possiamo aprire gli stadi, anche con capienze importanti, purché le gente che entra abbia il green pass. Riportare la gente allo stadio sarebbe un segnale importante, soprattutto con persone che non generebbero il rischio di nuovi focolai. Secondo me, la scelta di far entrare i tifosi col green pass sarebbe una scelta vincente.
Campagne abbonamenti per le società di Serie A? Questo è un problema che spetterà alle autorità sanitarie. Con le nuove aperture, anche le società si organizzeranno di conseguenza. Le uniche problematiche resterebbero le entrate e le uscite dallo stadio, ma con un po' disciplina può risolversi tutto facilmente. Ripeto: con l'ausilio del green pass, il pericolo di contagio viene limitato moltissimo. Quasi azzerato.
Nuove modifiche al protocollo? Sono in programma. Il protocollo prevedeva che i casi Covid guariti avessero un ulteriore richiamo vaccinale, a 6 mesi dalla prima positività. Adesso, sembra possibile spostare questo limite temporale ad un anno. Vedremo se modificare questo punto del protocollo, aspetteremo anche le eventuali variazioni dettate dal CTS e dalle autorità sanitarie. Noi restiamo vigili e cercheremo di tenere aggiornato il protocollo, in base alle ultime direttive".