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Com'è lontano quel gol di Piatek: il Genoa è solo agonismo, la Samp trionfa
Ed eccovi la retrospettiva di una partita vera, spigolosa, che Calvarese ha tenuto in pugno distribuendo sei cartellini gialli (cinque al Genoa e uno alla Sampdoria) e un rosso, a Biraschi, autore del fallo di mano che ha prodotto il rigore che ha permesso alla Sampdoria di raddoppiare e di chiudere i conti. La sfida numero 118 all'insegna del cosiddetto fascino rossoblucerchiato per una volta non affoga in una vigilia malmostosa. Le due squadre conservano obiettivi rispettabili - la Sampdoria insegue ancora l'Europa, il Genoa vuole agganciare in fretta la salvezza - ma rispetto a certi drammatici confronti del passato, scolora in uno showdown esclusivamente per stabilire la supremazia cittadina; che peraltro, da queste parti, non è affatto un affare platonico. Undici punti dividono le rivali, a vantaggio della squadra di Giampaolo. All'andata fu 1-1, con gol di Quagliarella e pareggio su calcio di rigore di Piatek, mai troppo impianto, quanto effimero cecchino, a gennaio sacrificato in cambio di 38 milioni sull'altare del sogno milanista.
La Sampdoria padrona di casa gode del vantaggio del pubblico - lo stadio è per due terzi blucerchiato - ma si sa: nei derby le previsioni e i pronostici sono fatti della materia dei sogni. Coreografie degne della consolidata tradizioni del derby della Lanterna, che vede la Sampdoria in netto vantaggio, sia nelle 99 precedenti sfide ufficiali che nei 18 incontri amichevoli. Il Genoa non vince il derby in campionato dall'8 maggio 2016, 3-0 con Gasperini in panchina. Tribuna vip fitta di personaggi. Ci sono i due ex presidenti blucerchiati Enrico Mantovani e Edoardo Garrone, Vittorio Garrone con la compagna Antonella Clerici, il presidente della Regione, Toti, il sindaco di Genova. Assente il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, che allo stadio non si vede da mesi. Causa contestazione endemica nei suoi confronti. Barlumi di sole stanco dopo i forti temporali della notte, Tanto che si è provveduto ad innaffiare il prato, per favorire lo scorrimento del pallone. Un atout che la Sampdoria, tecnica e abile nel palleggio, vuole sfruttare fino in fondo.
Pronti, via e il derby avvampa. Koaumè scarica un tito mancino appena largo. Replica Defrel liberato da Ramirez, piroetta sul pallone che annichilisce Biraschi e sinistro schioccante fra palo e portiere, Radu c'è. Secondo minuto di gioco, Quagliarella scarica dal fondo un cross filante, Defrel va all'appuntamento col pallone e lo scarica nel sacco, 1-0 Sampdoria. Si gioca in un frastuono stordente, la Sampdoria è quella annunciata con Ramirez stretto alle spalle del duo Quagliarella-Defrel. A centrocampo il rientro di Ekdal, assente nelle ultime tre gare, restituisce solidità e filtro alla manovra. Colley ingaggia duelli laocoontici con lo spiritato Kouamé, terminale offensivo del Genoa che Prandelli ha schierato col 3-5-2 che aveva ben meritato a Napoli, conquistando un prezioso 1-1. Pandev va in appoggio del giovane ivoriano e dà spettacolo con tocchi sopraffini che peraltro non trovano nei compagni il giusto seguito. Il centrocampo a cinque crea parecchia densità nella zona nevralgica del campo e costringe la Sampdoria a ingaggiare duelli uno-contro uno dai quali i genoani escono spesso vincitori.
Il pressing alto del Genoa è persino commovente per l'abnegazione che i giocatori profondono, la linea difensiva blucerchiata è costretta ad arretrare - circostanza che fa infuriare Giampaolo che la vuole alta - senonché Sala, Andesern, Colley e Murru non sbagliano un colpo e Audero viene impegnato soltanto con cross o tiri dalla distanza. All'8' punizione da destra di Defrel, Radu respinge il pallone con i pugni lo manda a scheggiare il palo della sua stesa porta. Al 28' combinazione Linetty-Murru-Praet conclusa dal belga con un desto al volo che dà l'illusione del gol, il pallone si spegne sull'esterno della rete.
Le iniziative offesive doriane sono estemporanee ma quando si materializzano fanno male al Genioa, sbilanciato in avanti alla ricerca del pareggio. Il forcing rossoblù è battente anche se raramente trova sbocchi importanti. Al minuto 35 la Sampdoria va a un pelo dal raddoppio: ancora l'indiavolato Defrel con un tocco raffinato sull'uscita di Radu spedisce il pallone verso la porta incustodita, Biraschi rinviene in tempo per ricacciare il pallone che si apprestava a varcare la linea bianca. La superiorità tecnica della Sampdoria è evidente, il Genoa prova a supplire con l'agonismo e lo slancio. Al 39' Veloso scarica il suo celebre sinistro, Audero non si fa sorprendere e in tuffo sul primo palo ricaccia in corner. Al riposo con la Sampdoria avanti grazie al gol-lampo (in tutti i sensi) di Defrel.
Ripresa. Non cambia l'inerzia del match, Genoa avanti alla disperata, Sampdoria cauta ma pungente, cambia invece il risultato. Al 5' Quagliarella imbecca con un lungo drop in area Defrel, il francese fa il "sombrero" a Biraschi che allunga il braccio e intercetta il pallone. Calvarese non esita e indica il dischetto. Proteste del Genoa, Biraschi perde la testa e gli scappano le parole del gatto all'indirizzo del direttore di gara. Rosso diretto e Genoa in dieci. L'esecuzione dal dischetto di Quagliarella è impeccabile: pallone a sinistra e Radu dalla parte opposta. Gol numero 22 per il capocannoniere della serie A. Qui come è ovvio il match cambia pelle, il Genoa menomato di un uomo e sotto di due gol non ha altra scelta che scaraventarsi avanti, concedendo praterie inesplorate ai rivali. La Sampdoria però dà l'impressione di accontentarsi o di non voler infierire. Pandev va giù in area due volte senza che Calvarese intervenga (nè il Var gli suggerisce di farlo) e nella seconda manda a ramengo Calvarese che lo ammonisce.
Alla fine il Genoa pagherà un pesante pedaggio disciplinare: cinque ammoniti (Criscito, Romero, Pandev, Veloso e Lerager) e un espulso, Biraschi. La Sampdoria se la cava con un solo ammonito, Linetty. Anche questo è un segno dei tempi. La cronaca non lascia scampo. Almeno tre volte la squadra di Giampaolo avrebbe potuto triplicare. Con una doppia occasione per Praet e Ramirez (19'), con un salvataggio in extremis di Romero in scivolata su Gabbiadini, subentrato a Defrel in pieno recupero con l'occasione sventata prodigiosamente da Radu, a tu per tu con Quagliarella. Poco o niente ha fatto il Genoa nei sedici metri avversari. Nonostante lo splendido Pandev che ha corso come un dannato avanti e indietro, una voce nel deserto. Mentre il suo contraltare sampdoriano Quagliarella, altro grande vecchio, ha avuto con sé l'appoggio della sua squadra. Prandelli ha tentato, inserendo Sanabria e Favilli per Kouamé e Bessa, le carte estreme. Senza risultato.
Il Genoa è stato commovente per come ha creduto fino in fondo di poter ribaltare i valori in campo, ha giocato con veemenza e coraggio ma non poteva bastare. Non c'era più Piatek a guidare l'attacco e Preziosi, calorosamente mandato a quel paese dalla Gradinata Nord rossoblù, avrà di che meditare. La Sampdoria gioca a memoria e ha un impianto di squadra solido e collaudato. Se Ferrero davvero passrà la mano chi gli subentrerà - Vialli o un misterioso gruppo arabo - non dovrà fare rivoluzioni. Ma consolidare una realtà già molto bella e promettente.
IL TABELLINO
Sampdoria-Genoa 2-0 (primo tempo 1-0)
Marcatori: 2' p.t. Defrel (S), 8' s.t. rig. Quagliarella (S),
Assist: 2' p.t. Quagliarella (S).
Sampdoria (4-3-1-2): Audero; Sala (38' s.t. Bereszynski), Andersen, Colley, Murru; Linetty (13'. s.t. Jankto), Ekdal, Praet; Ramirez; Defrel (26' s.t. Gabbiadini), Quagliarella. All. Giampaolo.
Genoa (3-5-2): Radu; Biraschi, Romero, Criscito; Pereira, Rolon (10' s.t. Lerager), Veloso, Bessa (32' s.t. Favilli), Lazovic; Pandev, Kouamé (27' s.t. Sanabria). All. Prandelli.
Arbitro: Giampaolo Calvarese della sezione di Teramo
Ammoniti : 7' p.t. Criscito (G), 30' Linetty (S), 15' s.t. Pandev (G), 21' Romero (G), 34' Veloso (G), 42' Lerager (G), 46' s.t. Gabbiadini (S).
Espulsi : 6' s.t. Biraschi (G).